Ambulanza dopo un’ora Infortunio in Vallata Soccorsi partiti da Prato "Siamo lasciati soli"

A Casalino (Cantagallo) una 71enne si era ferita dopo una caduta. I residenti del borgo: "A breve chiuderà la Sp3, siamo preoccupati". Il sindaco Bongiorno: "I tagli alla sanità scaricati sulle aree marginali".

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Ambulanza dopo un’ora Infortunio in Vallata Soccorsi partiti da Prato "Siamo lasciati soli"

Cresce la preoccupazione in Val di Bisenzio per la riorganizzazione del 118, che ha visto la diminuzione e la ricollocazione di medici ed infermieri sulle ambulanze da località in cui il servizio in precedenza era presente. Una riorganizzazione che ha lasciato perplessi anche i sindaci dei tre Comuni, che a più riprese hanno fatto presente alla Asl e alla Regione le problematiche del territorio. Più volte hanno ribadito che il nuovo assetto (un medico a bordo a Vernio e, solo recentemente, un infermiere solo il fine settimana a Vaiano) non era soddisfacente, soprattutto in vista del periodo estivo in cui fra visitatori e ospiti delle seconde case il numero delle presenze in zona cresce a dismisura.

Emblematico il caso di ieri a Casalino, frazione del Comune di Cantagallo, nella valle della Limentra Orientale: una donna di 71 anni è caduta davanti all’abitazione della famiglia di cui era ospite, procurandosi alcune contusioni e una ferita sulla testa. L’episodio è avvenuto poco prima delle 10. L’ambulanza – un mezzo della Misericordia di Prato, proveniente da Prato, con solo volontari a bordo – è arrivato pochi minuti dopo le 11, quindi dopo oltre un’ora dalla chiamata. La donna, con un evento registrato come codice giallo, è stata infine trasportata a Careggi. La segnalazione è arrivata al nostro giornale dagli abitanti del borgo, rimasti sgomenti davanti alla vicenda anche in virtù dell’annuncio della chiusura completa della strada che collega le frazioni della valle della Limentra alla piana durante quest’estate. "Non comprendiamo innanzitutto come mai l’ambulanza sia arrivata da Prato, perché i tempi di percorrenza sono quelli, cioè oltre un’ora – hanno dichiarato –. La signora, poi, dopo essere stata stabilizzata, è stata portata via per la necessità di una flebo che, ci hanno detto, sarebbe stata fatta da un medico a Montemurlo, visto che l’emorragia non si fermava. Anche questa dinamica ci è poco chiara, come il fatto che, sempre stando a quanto ci hanno detto, la destinazione finale sarebbe stata l’ospedale di Prato, quando è molto più vicino quello di Pistoia. La cosa che ci preoccupa di più, comunque, è la chiusura totale della strada: se adesso c’è voluta più di un’ora per un intervento, figuriamoci quando la strada verrà chiusa. Non possiamo confidare neppure nel Pegaso: il posto dove farlo atterrare c’è, ma se tanto mi dà tanto, come lo trasportiamo lì il ferito, se l’ambulanza ci mette un’ora ad arrivare: con la nostra macchina?". La strada in questione è la Sp3 dell’Acquerino, che sarà chiusa del tutto, senza la possibilità di passaggio per i mezzi di soccorso, visto che la Provincia di Prato deve ricostruire quasi per intero un ponte, a L’Acqua.

Sull’episodio di ieri abbiamo sentito il sindaco di Cantagallo, Guglielmo Bongiorno. "I tagli alla sanità non possono essere scaricati sulle aree marginali – dichiara – c’è una responsabilità politica dello Stato che opera la scelta di penalizzare le aree montane, invece di sostenerle. Abbiamo alzato la voce e faremo sentire con forza le nostre ragioni di sindaci nelle sedi competenti. Siamo in contatto con il Comune di Sambuca e con le province di Prato e Pistoia per trovare le soluzioni che arrechino il minor disagio ai cittadini interessati. Mercoledì ho incontrato una delegazione di abitanti della zona e a giorni incontrerò il presidente Calamai per riportare le loro richieste". Anche Primo Bosi ha rilasciato una dichiarazione, in attesa di conoscere le dinamiche che stanno dietro all’episodio. "E’ l’ennesima dimostrazione che c’è qualcosa che non torna in questo nuovo sistema", ha dichiarato Bosi, che nei prossimi giorni deciderà se, quando e come portare avanti l’iniziativa a cui ha invitato i cittadini, ovvero protestare con tanto di fischietti sotto il palazzo della Regione, a Firenze".

Claudia Iozzelli