
Dottor Farsi
Prato, 15 maggio 2017 - Non solo malattie nefrologiche e cardiologiche: i pazienti cinesi iniziano ad accusare anche altre patologie. Ad esempio allergie e intolleranze a certi cibi che fanno parte della loro cucina. «Sempre di più notiamo pazienti orientali allergici al polline, oppure che hanno sviluppato intolleranza alla soia, ai crostacei e alla frutta secca. Alcuni hanno manifestazioni di tipo respiratorio asmatico», spiega Alessandro Farsi, direttore di allergologia e immunologia clinica dell’ospedale di Prato. «Il trend dei pazienti allergici è in crescita. L’ipotesi principale è quella di eccesso di igiene, che provoca un aumento di allergie». Dunque l’incidenza delle allergie sugli immigrati non è problema genetico: «Stiamo semmai parlando di un problema legato all’ambiente, per cui quando gli immigrati arrivano in Italia, poi diventano allergici».
E in una città melting pot come Prato, il numero dei pazienti che ogni anno si rivolgono all’ambulatorio di allergologia della sanità pubblica è in aumento. «Effettuiamo 140-150 visite alla settimana e 110 controlli settimanali. I pazienti sono 9-10mila all’anno, dei quali circa 1600 asmatici», afferma Farsi. L’ambulatorio si trova nell’edificio 1 del vecchio ospedale, in via Cavour 87. Qui lavorano tre medici - oltre al direttore anche Francesca Chiarini e Lorenzo Cecchi - quattro infermieri a tempo piene e uno a tempo parziale più un coordinatore infermieristico. La stagione delle allergie è partita a febbraio con il cipresso, con i principali picchi a marzo. Ora si propongono le corilacee come il nocciolo, il carpino e la parietaria.
Si iniziano già ad avvertire le graminacee che ci porteremo fino alla fine di giugno insieme all’olivo. «Il calendario dei pollini - aggiunge Farsi - è consultabile sul sito www.biometeo.it ed è utile anche per verificare i picchi di impollinazione che possono avvenire anche fuori stagione. Per esempio, abbiamo ultimamente notato che il cipresso ha fatto picchi di impollinazione a settembre e luglio, una cosa a cui non eravamo abituati». Per non soccombere ai malesseri delle allergie ci sono le cure tradizionali da usare come sempre con cautela. «Parliamo di cure farmacologiche specifiche con antistaminici e farmaci di ultima generazione che non hanno effetti collaterali, ovvero non inducono sonnolenza. Ci sono poi i cortisonici per uso topico oppure associazione di cortisone e antistaminico per uso nasale. Però è sbagliato usare decongestionanti nasali per uso prolungato perché si rischia di sensibilizzare le mucose».
Un'altra soluzione è rappresentata dall’immunoterapia specifica o vaccino, come si chiama comunemente, «una cura per desensibilizzare il paziente, introducendo piccole quantità di allergene. Negli ultimi anni i vaccini sono disponibili anche per via orale con goccioline sublinguali e non sono solo iniettivi: il che significa che il vacino può essere assunto anche a casa senza bisogno di recarsi in ambulatorio». I vaccini sono prodotti nominali ovvero realizzati appositamente per un singolo paziente. I tempi di attesa per la prima visita a Prato sono di circa un mese: «Questo è il periodo di maggior richieste, mentre a febbraio in appena dieci giorni di attesa si riesce ad ottenere il primo appuntamento. In tutto il 2016 l’allergologia pratese ha avuto tempi di attesa sotto il mese, di circa 26-27 giorni».