REDAZIONE PRATO

Agguato mortale: "Il trauma e la tragedia"

Rocco Leone, il cooperante pratese unico scampato italiano alla tragica sparatoria di lunedì, ha rilasciato una dichiarazione al Wfp

"Sono Rocco Leone e sono il vicedirettore dell’agenzia Onu World Food Programme nella Repubblica Democratica del Congo. Sono certo che comprenderete che questi ultimi giorni sono stati molto difficili per me, per i miei colleghi e per le nostre famiglie". Così inizia la dichiarazione di Rocco Leone, cooperante pratese di 57 anni residente con la moglie e il figlio a Firenze, unico superstite italiano dell’agguato di un gruppo di banditi in Congo dove hanno perso la vita l’ambasciatore italiano Luca Attanasio e il carabiniere della sua scorta Vittorio Iacovacci. "L’esperienza di quello che è successo lunedì è stata sia tragica che traumatica – prosegue la dichiarazione illustrata dal vicedirettore della comunicazione del Pam, Greg Barrow, in un briefing alla stampa –, non trovo neanche le parole per esprimere quanto sia profondo il mio dolore per le vite perse. Ci uniamo al cordoglio delle famiglie, degli amici e dei colleghi di tutti coloro che hanno tristemente perso la vita. I fatti che si accompagnano all’incidente di lunedi sono stati comprensibilmente oggetto della massima attenzione e di una certa interpretazione da parte dei media. In questo momento – ancora parole di Rocco Leone, da vent’anni in giro per le zone più povere del mondo – non posso andare nei dettagli dell’incidente, ad ogni modo spetta a tutti e quattro noi sopravvissuti il compito di condividere quante più informazioni possibili sulla vicenda, e siamo tutti pronti a farlo. Il World Food Programme ha offerto la sua completa assistenza attraverso i canali ufficiali e sta collaborando pienamente alle tre verifiche attualmente in corso, quelle condotte dalle autorità congolesi, da quelle italiane e dalle Nazioni Unite. Io e i miei colleghi stiamo collaborando con tutte le attività di accertamento attualmente in corso".

" Sono sicuro di parlare a nome di tutti – ha concluso il vicedirettore del World Food Programme in Congo – dicendo che spero che vengano presto accertati i fatti che si celano dietro questo tragico incidente, e che i responsabili di questo abominevole attacco possano essere consegnati alla giustizia. È importante che le operazioni umanitarie possano continuare senza ostacoli per continuare a salvare e a cambiare le vite delle molte persone bisognose di aiuto che noi siamo qui per servire".

Sempre nel corso del briefing di ieri sera nella sede romana del Wfp, sempre il vicedirettore della comunicazione del Pam, Greg Barrow, ha reso noto che Leone ""non è in ospedale e sta bene".

Per fare luce su quanto accaduto la procura di Roma ha aperto un’inchiesta, così come le autorità locali e, su richiesta italiana, l’Onu. Sta di fatto che la dinamica è ancora incerta, e Rocco Leone rimane il personaggio chiave degli accertamenti e che per adesso rimane a Goma proprio per collaborare con chi indaga.