REDAZIONE PRATO

Adriano Gramigni, che voce Applausi in apertura del Maggio

Adriano Gramigni, che voce Applausi in apertura del Maggio

"Don Giovanni, a cenar teco M’invitasti, e son venuto…" . E’ la voce terribile del Commendatore, assassinato dal disinvolto Don Giovanni pressochè in apertura di sipario; che ricompare ora alla fine dell’opera di Mozart come apparizione di "Convitato di pietra". La voce di "basso profondo", evocazione del senso di colpa del libertino, qui al Teatro del Maggio dal 30 aprile scorso (fino al 12 maggio), inaugurazione dell’85ma edizione, è quella di Adriano Gramigni, giovane cantante pratese che ormai è più che una promessa. Una morte iniziale, quella del Commendatore, che il genio di Mozart renderà presente e condizionante per tutto il dramma: l’incipit di una voce dal timbro severo e autorevole come quella di Adriano Gramigni è funzionale alla drammaturgia mozartiana. Di questo giovane cantante ne abbiamo già parlato a proposito della sua recente presenza al Regio di Parma in "Simon Boccanegra" di Verdi, come "Un frate" nel monumentale "Don Carlo", anche in "Vespri Siciliani"; e il 20 di maggio sarà qui a Firenze in "Otello" come Lodovico, ambasciatore della Repubblica Veneta. Lo ascoltammo anche con la Camerata nell’ispido canto (in russo) di Shostakovich. Ancora con direttori come Zubin Mehta e in un cast di cantanti oggi sulla cresta dell’onda.

"Per rendere maggior effetto stereofonico e conturbante, la mia apparizione finale sarà virtuale: contrasterò la dissolutezza del protagonista, cantando dalla buca dell’orchestra".Racconta Gramigni con un pizzico d’ironia: una cena dal "golfo mistico".

Goffredo Gori