REDAZIONE PRATO

Addio a Giuliano Gori. L’inchino del mondo: "La sua Celle sommersa dai pensieri d’amore"

Il ricordo dei figli. La nipote Caterina: "Il nonno ci ha insegnato la bellezza". Il funerale si svolgerà domani alle 15 nella cappella all’interno della tenuta.

Addio a Giuliano Gori. L’inchino del mondo: "La sua Celle sommersa dai pensieri d’amore"

Ad accogliere la salma di Giuliano Gori nella sua casa di Celle ieri c’erano tutti i quattro figli e i dodici nipoti, una grande famiglia unita, come sempre, negli affetti e nei valori condivisi. Si sono stretti intorno a Giuliano, nella cappella, mentre tutt’intorno il mondo si inchina ad un uomo che, con le sue intuizioni e la sua passione, ha lasciato il segno nella cultura italiana e mondiale. Il tempo del raccoglimento riservato alla famiglia durerà fino al funerale di domani, alle 15, quando le porte di Celle si apriranno e, come lo stesso Giuliano ha voluto, tutti potranno stringersi intorno ai familiari per l’ultimo saluto. La cerimonia funebre, nella cappella gentilizia Celle, sarà concelebrata da alcuni sacerdoti tra i quali l’abate di San Miniato al Monte Bernardo Gianni e il parroco di Santomato don Paolo Tofani. Poi Giuliano Gori sarà sepolto insieme alla moglie Pina nella cappella di famiglia nel cimitero di Chiesanuova.

"Ci stanno arrivando tante testimonianze da ogni parte del mondo, America, Giappone, Europa e ovviamente Italia – le parole dei figli del grande imprenditore e collezionista – Sono pensieri d’amore meravigliosi che testimoniano quanti rapporti di intensa amicizia ha saputo tenere nostro padre".

"E’ stato un nonno fantastico – dice la nipote Caterina a nome di tutti gli altri nipoti – che ci ha insegnato tanto e che soprattutto ci ha tirati tutti dentro la sua passione per l’arte. Ci ha coinvolti tutti in quello che faceva e pensava". E non era un coinvolgimento marginale, tutt’altro, perché Giuliano Gori ha letteralmente contagiato i suoi familiari con quell’emozione che si leggeva sempre nel suo volto al cospetto di un’impresa artistica. "Noi eravamo i primi ad essere informati delle sue idee e delle sue iniziative – rivela Caterina – la condivisione era la parola chiave del suo modo di rapportarsi a noi". I nipoti si sono resi sempre conto, fin da piccoli, di quanto fosse importante quel loro nonno, della rilevanza internazionale della sua figura.

"Abbiamo sempre saputo di avere un nonno speciale – dice Caterina – ma lui è sempre stato umile e affettuoso e per noi è sempre stato soprattutto un nonno amorevole". Ai familiari, raccolti intorno a Giuliano nella sua casa di Celle, stanno arrivando cordoglio e vicinanza da ogni parte del mondo. "Sì, a ognuno di noi – dice Caterina – arrivano tantissimi messaggi, ci sentiamo già circondati da un immenso affetto e il nonno ha voluto che questo affetto si esprima con la partecipazione al suo funerale qui a Celle". Anche in questo momento doloroso, così come in altre più gioiose occasioni, emerge chiaramente come l’affetto familiare sia stato alla base anche delle straordinarie avventure culturali vissute insieme da Giuliano e Pina e dai loro figli e nipoti. Tra i tantissimi messaggi anche quello di Massimo Biagi Miradario e Debora Di Bella: "Un’amicizia durata 40 anni, iniziata con uno scontro e poi un incontro a Celle, tra progetti, idee, lettere. Poi l’incontro con tutta la sua famiglia in un’amicizia profonda e dialettica, tra collezionisti e grandi personaggi, che via via si incontravano nel grande parco internazionale ricco di opere. Finalmente nel 2017 l’incarico per il ponte di Celle, otto figure in ghisa che scrutano i passanti, che Giuliano aveva definito ’Figure senza luogo e senza tempo’. Giuliano e Pina adesso ci guardano dalla panchina posta sul tetto della villa".

Giacomo Bini

Marilena Chiti