
A Viaccia "Fa’ ch’io rida, buffone…." Lo spettacolo, la mostra che non c’è
Una scena lirica in un prologo e due parti al Giardino Elisabetta giovedì alle 21.15. Una visita al maestro Verdi come se il Giardino Elisabetta fosse Villa Sant’Agata, l’oasi di campagna dove sono nati i più grandi capolavori del teatro lirico. Una trasposizione teatrale curata dall’associazione "Perché Verdi Viva", un’idea che ha preso spunto dalla triste attualità del rischio di vedere mettere all’asta quello spazio "sacro" dove sembra che ancora Verdi vi abiti. Ne è nata una drammaturgia che si ricollega ad una cronaca locale non meno triste ma altrettanto verdiana: la mostra dei documenti frutto di una donazione ora proprietà del Comune, mostra che non c’è. Chi meglio di "Rigoletto", il gobbo buffone, può rappresentare la "difformità", l’anomalia di questa condizione che ha del ridicolo: "Fa ch’io rida, buffone...!" dice il duca padrone al giullare, su cui ricade la disgrazia de "La Maledizione" (questo titolo originario di "Rigoletto"). L’empatia che lega da più di sette anni il festival di Viaccia a "Perché Verdi Viva", è il valore aggiunto che permette con questo spettacolo lirico di inaugurare virtualmente una mostra che non c’è: il pubblico avrà l’occasione di scoprire per la prima volta proiettati tra i cipressi di Villa Elisabetta gli autografi di Verdi, i 27 libretti d’opera, le lettere di grandi cantanti, aneddoti, curiosità, come fosse la trama della stessa mostra, il cui ordito è il racconto di come nasce un grande capolavoro come è appunto "Rigoletto". Verdi concedeva malvolentieri interviste nella sua villa: attraverso l’invenzione drammaturgica di un giornalista (attore sul palco) lo spettacolo rivelerà i segreti della poetica verdiana, superficialmente conosciuta, incorniciata nella musica dal vivo.
Il maestro Roberto Bonvissuto dirige il suo "Settimino" di fiati, Nicola Mottaran sarà al pianoforte, quattro cantanti professionisti daranno vita al famoso quartetto ("Bella figlia dell’amore") ritenuto uno dei massimi esempi di concertazione. Ma ecco gli interpretio: Rigoletto sarà Carlo Morini, il Duca di Mantova Tianzhi Wu, Gilda–Debora Tresanini, Maddalena Mayumi Kuroki. Non può mancare la leggerezza sfrontata de "La donna è mobile", né la rabbia di "Cortigiani vil razza dannata" che accende il finale infuocato di " Sì vendetta, tremenda vendetta".
Goffredo Gori