Video hard nella chat Nei guai un 35enne

Video hard nella chat  Nei guai un 35enne

Video hard nella chat Nei guai un 35enne

Il video a sfondo sessuale, acquistato on line su una piattaforma, diventa foriero di guai quando questo, poi, è finito sul gruppo Whatsapp di alcuni amici. E il 35enne, accusato di averlo divulgato, si è trovato indagato e mandato a processo per diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti con lo scopo di arrecare danno alla persona offesa. Siamo nel 2021 nel Comprensorio e l’uomo avrebbe conosciuto e preso contatti via social con la donna nel cui profilo – si apprende – era presente il link di una piattaforma attraverso la quale si potevano acquistare contributi video e fotografici anche della giovane. Tra i due ci sarebbero stati contatti via chat, dove lui avrebbe spiegato la tipologia di video che averebbe voluto vedere e lei, acconsentendo, lo inviò. Poi quel video – acquistato, pare, da pochissimi soggetti – finì su WhatsApp e per il 35enne iniziarono i guai anche alla luce dl fatto che proprio su quella piattaforma, era esplicitato il divieto di divulgazione a terzi del materiale acquistato dovendo restare riservato tra le parti. L’indagine – dopo la querela – è fu della procura di Firenze dove, in sede di udienza preliminare, i difensori dell’imputato (l’avvocato Massimo Nitto e la collega Eva Betti) eccepirono la competenza territoriale. Il fascicolo arrivò quindi a Pisa dove, nei mesi scorsi, il pm Aldo Mantovani ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio. Gli avvocati Nitto e Betti, ieri, alla prima udienza davanti al giudice Cipolletta, hanno eccepito il mancato passaggio dell’’atto di chiusura indagini preliminari, rilevando come questo abbia impedito alla difesa di svolgere le attività difensive che precedono l’udienza preliminare. Il giudice ha accolto l’eccezione e ora gli atti tornano alla Procura. Si riparte dalle indagini. E la difesa avrà la possibilità di rappresentare al pm, prima che tiri le conclusioni, un altro copione della vicenda. La presunta vittima è parte civile con l’avvocato Massimo Torelli.

Carlo Baroni