SANTA CROCE
L’inchiesta Vello d’Oro 2 è tornata davanti al gup del tribunale di Firenze. Ma seviranno altre due udienze preliminari – per le molte posizioni, anche diversificate – per chiudere questo primo passaggio nel quale, non si esclude, che possa esserci richiesta da parte di qualche difensori di riti alternativi (abbreviato o patteggiamento) mentre altri andranno alla discussione del non luogo a procedere. Riciclaggio e autoriciclaggio sono i reati contestati, a vario titolo, ai 14 soggetti rimasti incagliati nell’operazione, parte dei quali già sotto processo per la prima Vello d’Oro. Al centro della vicenda ci sarebbero presunti fittizi ordinativi di merce e del denaro contante che sarebbe stato "comprato" con bonifici a saldo di fatture per operazioni inesistenti, emesse da due ditte di Santa Croce che risultano esistere solo sulla carta. Le fatture facevano riferimento a ordini fittizi di pelli e di sego (grasso per la lavorazione delle pelli). Sono sei le aziende della filiera della pelle rimaste coinvolte nelle indagini tra Santa Croce, San Miniato e Castelfranco, e in un caso a Monsummano. Questi, invece, i soggetti che rischiano il processo: Filomena Taglialatela, Cosma Damiano Stellitano, Iavazzo Andrea, Alessandro D’Ario, Bruno D’Ario, Aniello Sessa, Filomena Lovisi, Giovanni Lovisi, Francesco Lovisi, Martina Lovisi, Filippo Bertelli, Maurizio Sabatini, Pietro Bellini, Andrea Masini, Cristian Merlo, Nello Marco Tosetti. Sarà proceduto separatamente per altri due soggetti: Ciro Taglialatela e Vincenzo Bocchetti, entrambi di Napoli. In campo tanti legali, tra i quali gli avvocati Andrea Di Giuliomaria e Alberto Marchesi.
C. B.