
Le operazioni partiranno a giorni. Segnatamente il 23 maggio, con la sorveglianza di Arpat e con il monitoraggio del Comune di Peccioli guidato dal sindaco Renzo Macelloni. E’ la prima bonifica di uno dei 13 siti della Toscana che, secondo le indagini ancora i corso, contiene le "terre avvelenate" dal Keu. Quello che usciva dall’impianto Aquarno di Santa Croce e veniva inviato alla ditta Lerose di Pontedera che lo riciclava per riempimenti e sottofondi stradali nonostante, secondo le indagini, non ne fosse consentita tale modalità di recupero perché avrebbe potuto rilasciare nel suolo e nelle acque solfati, cloruro e cromo. E in Aquarno, per gli inquirenti, "vertici e responsabili dei vari settori operativi di riferimento sapevano con chiarezza che il Keu era talora destinato ad una lavorazione non conforme ai parametri previsti dalle norme e dalle prescrizioni".
Però il keu sarebbe finito a tonnellate in mezza Toscana. Anche a Peccioli. Siamo in prossimità della società agricola "I Lecci", parte offesa nella vicenda, nei cui terreni per la realizzazione di scuderie e attrezzature connesse, sarebbe stato utilizzato – secondo le indagini – "materiale riciclato con alte concentrazioni di sostanze pericolose, tra queste in particolare il cromo". E’ emerso dall’eindagine Keu. Si parla di 7mila tonnellate di terre sospette conferite tra settembre e novembre 2018. La sinergia tra Comune, Arpat e piena disponibilità dell’azienda ha consentito di varare un piano per procedere più rapidamente possibile. Si comicia a giorni per finire entro l’estate.
E si comincia mentre l’inchiesta della procura antimafia per traffico illecito di rifiuti e corruzione (19 indagati a vario titolo) è in pieno svolgimento, con un’attività intensa andata avanti anche di recente con acquisizione di tetsimonianze e documenti.
Carlo Baroni