REDAZIONE PONTEDERA

Sul solco della conoscenza Il teatro in carcere di Punzo ha svelato il nuovo spettacolo

La Compagnia della Fortezza ha portato in scena “Atlantis. Capitolo 1. La permanenza“ "Ci permette di vivere in un’età fanciullesca, quella in cui ancora ci poniamo domande".

Sul solco della conoscenza Il teatro in carcere di Punzo ha svelato il nuovo spettacolo

Armando Punzo è “il poeta che dipinge il mondo, inventandolo“. Nella sua drammaturgia non sgrana il canonico rosario del mestiere, né pone lo spettatore nelle retrovie ma lo amalgama alla messinscena, mettendolo sullo stesso piano della piece. Il suo continuo lavoro di ricerca è sguardo verso infinite possibilità. “Atlantis. Capitolo 1. La Permanenza“, nuovo spettacolo della Compagnia della Fortezza con la direzione del maestro Punzo, è una cosmogonia di geometrie, buchi oltre i quali scrutare materie, e ancora satelliti e stelle. In una scenografia dove trionfano il bianco e il nero, Punzo e i suoi attori accompagnano il pubblico verso una nuova liturgia che "innalza la piramide delle nostre esistenze".

L’eternità è nei sentieri sacri, etici e filosofici tratteggiati in un rituale che cadenza una creazione continua, Lo spettacolo è come una scossa che attraversa la spina dorsale per spronare a sondare il pericolo, per superare l’ordinarietà. E la conoscenza è la bussola per capire che molte cose, nel mondo, non sono ancora chiuse. Lo spettacolo si trascina dal cortile dell’ora d’aria del carcere fino agli antri delle vecchie celle, dove i galeotti-attori si fanno portatori della conoscenza, auscultando un firmamento di sapere.che spazia dalla filosofia alla matematica, dalla fisica all’arte E, alla fine, un attore incarna la rinascita, come un bozzolo che si schiude verso altre possibilità. E negli attimi infiniti degli applausi scroscianti del pubblico.

"La conoscenza ci permette di vivere in un’età fanciullesca, quella in cui ancora ci poniamo domande. Ed è così che vedo i grandi pensatori, artisti, scienziati della storia: come degli infanti che ancora puntellano infiniti interrogativi".

Ilenia Pistolesi