Stella Maris, l’esame degli imputati: "Erano buffetti, non degli schiaffi"

Davanti al giudice a rispondere alle domande tre operatori tra quelli finiti a processo in tribunale. Prima dell’udienza presidio di solidarietà alle vittime del Collettivo Antipsichiatrico Pisa "Antonin Artaud" .

Stella Maris, l’esame degli imputati: "Erano buffetti, non degli schiaffi"

Stella Maris, l’esame degli imputati: "Erano buffetti, non degli schiaffi"

di Carlo Baroni

PISA

Ieri udienza tutto il pomeriggio in tribunale a Pisa – davanti il giudice monocratico Susanna Messina – per il processo sui presunti maltrattamenti che, per l’accusa, sarebbero avvenuti nella sede di Montalto di Fauglia della Fondazione Stella Maris, allora dedicata ad adolescenti e giovani adulti. Un processo, questo, in piedi da anni. Ieri sono stati sentiti tre imputati, operatori della struttura tra quelli finiti a giudizio.

Da quanto abbiamo appreso si sono difesi, tra vari argomenti, cercando di dare un altro copione alle immagini dei video realizzati dalla microspie dei carabinieri installate nelle struttura quando scattarono nel indagini. "Erano buffetti, non schiaffi", è stato per lo più il teorema difensivo quando la pubblica accusa ha posto l’accento sulle condotte ritenute di particolare asprezza che, nel campo d’imputazione, sono diventate un’accusa di maltrattamenti. "Quel che sembra non è", dunque, per dare un’altra rappresentazione di quelle immagini.

Dall’esame dei primi imputati – sostiene l’accusa il pubblico ministero Fabio Pelosi – è emersa anche un’altra linea difensiva: "Eravamo dotati di scarsa formazione, eravamo abbandonati a noi stessi". Uno dei tre imputati sentiti ieri. alla fine, ha più volte chiesto scusa per l’accaduto. L’indagine sulla struttura di Montalto a Fauglia scattò in seguito alla denuncia di una coppia di genitori di un paziente. Da qui la decisione degli inquirenti, nel 2016, di installare appunto le microspie nella residenza: le intercettazioni andarono avanti per tre mesi. Im quelle sequenze c’è, per gli inquirenti, "rappresentato" il capo d’imputazione con cui si è arrivati dall’indagine all’aula penale. Sono 14 le persone sul banco degli imputati nel processo nel quale, oltre i genitori delle presunte vittime, sono parti civili anche Telefono Viola, Anmic e Agosm. Ieri, prima dell’udienza c’è stato anche un presidio di solidarietà davanti al tribunale di Pisa alle vittime dei maltrattamenti da parte del Collettivo Antipsichiatrico Pisa Antonin Artaud "per onorare – hanno sottolineato i partecipanti presentando l’iniziativa - tutte le vittime degli abusi psichiatrici che ancora vengono perpetrati ai danni di persone private della libertà personale, non in grado di difendersi da sole". "Riteniamo – conclusono – che sia opportuno che l’opinione pubblica segua con attenzione questo processo". Fissate due nuove udienze, una a novembre e un altra a dicembre, sempre per sentire imputati.