"Siamo al lavoro per risolvere le criticità"

Il sindaco e il dibattito sulla candidatura della città a capitale italiana della cultura: "Lavori su piazze, strade e raddoppio del Cencione"

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SAN MINIATO

di Carlo Baroni

La corsa di San Miniato come capitale italiana della cultura? "Per ora è solo un’ipotesi, seria; ma solo un’ipotesi sulla quale stiamo riflettendo e, in parte, facendo un lavoro preliminare". Parola di Simone Giglioli, sindaco di San Miniato, che prende la parola nel dibattito, condito anche di polemiche, che si è innescato dopo che il presidente della Regione Eugenio Giani, intervenendo alla presentazione di un libro sui personaggi che hanno fatto la storia della città, ha detto che "San Miniato ha le carte in regola per candidarsi".

Ripartiamo da questa battuta, certamente carica di significati. Sindaco, San Miniato ha le carte in regola davvero?

"Direi di sì, pur in presenza di alcune criticità che non possiamo negare. Il valore culturale di San Miniato è sotto gli occhi di tutti, ha tante risorse e buone potenzialità".

Progetto, quindi, da prendere in considerazione...

"Certo, seriamente. Se vuol sapere lo stato dell’arte posso dirle che ci stiamo riflettendo, mentre allo stesso tempo facciamo un lavoro di ricognizione in modo da mettere in piedi, nel caso, un candidatura forte, tutt’altro che allo sbaraglio. Un candidatura che abbia la possibilità di vincere. Per la città e per il nostro territorio, inutile girarci intorno, sarebbe una grande opportunità. Un ’po di tempo lo abbiamo, forse il bando uscirà con l’inizio dell’anno nuovo o, addirittura, dopo le elezioni. Quindi si guarda al 2026 senza intralciare in alcun modo chi si è fatto avanti per il 2025".

lei ha parlato di punti di forza. Quali?

"Penso a grandi personaggi che hanno segnato la storia della città, da Federico II a Napoleone, a importanti uomini del Novecento italiano. Penso anche a realtà di riconosciuta valenza nazionale come il Dramma Popolare o il Centro studi per il Tardo Medioevo. Poi c’è San Miniato con i suoi palazzi, i suoi musei. Ma c’è anche il territorio con i suoi legami forti e preziosi con terre limitrofe".

Per esempio?

"Per esempio il tartufo, l’oro dei nostri boschi. Quando si parla di colline sanminiatesi s’intende una terra pù ampia, che arriva anche a Montopoli e Palaia come ai centri dell’empolese valdelsa. Tutti legati dal tartufo come ricorsa, motore del turismo e dell’enogastronomia di alta qualità".

Lei ci parla anche di criticità?

"Indubbiamente ce ne sono. Pensiamo al fatto che fin qui sono stati per lo più premiati grandi centri come capoluogo di provincia. E noi non lo siamo".

Ma capitale della cultura vuol dire anche un territorio dotato di infrastrutture di qualità...

"Lo sappiamo benissimo, e su queste criticità ci stiamo lavorando. Penso alla nuova piazza del popolo e al consolidamento e valorizzazione di viale Don Minzoni grazie ai fondi Pnrr; ma non ci dimentichiamo il percorso iniziato con la Diocesi di San Miniato per la riqualificazione di piazza Duomo. O, infine, il proposito di arrivare ad una progettazione e poi alla realizzazione del raddoppio del parcheggio del Cencione che risolverebbe i problemi legati alla sosta in città e che spingerebbe ulteriormente il turismo".