
di Gabriele Nuti
Mai come in questo periodo storico il lavoro del dirigente scolastico è stato difficile. Ai presidi viene chiesto di fare anche i geometri e gli arredatori per assicurare il distanziamento nelle classi secondo le disposizioni nazionale per il contenimento del Covid-19. E c’è il rischio, più reale di quanto sembri, che a settembre le scuole non riaprano come dovrebbero e ci sia la necessità di continuare con la didattica a distanza alternata con la presenza in aula.
Luigi Vittipaldi, dirigente dell’Itcg Fermi di Pontedera, come è la situazione?
"Allo stato attuale c’è solo un documento che è il piano per il rientro che fissa a un metro la distanza tra i banchi e due metri dalla cattedra ai banchi. Gli studenti pare che possano stare senza mascherine, mentre gli insegnanti devono tenerla. Le difficoltà maggiori le avranno i docenti di sostegno che seguono bambini e ragazzi con disabilità grave e con i quali la distanza di un metro non è possibile. Dovranno tenere mascherina FFP2, visiera e guanti. Considerando che la maggior parte degli insegnanti di sostegno non è di ruolo, quanti accetteranno di lavorare così?".
Da quello che possiamo percepire dall’esterno il problema più grande è la totale incertezza...
"Ci sono dei punti che non sono chiari. Ad esempio, il metro di distanza è da intendersi in condizioni statiche o dinamiche? Probabilmente statiche, ma c’è comunque da affrontare il provlema di quando i ragazzi entrano ed escono, di quando qualcuno va in bagno, delle interrogazioni alla lavagna. Lateralmente la distanza di un metro tra i banchi si può garantire. Dove stavano quattro banchi ce ne stanno tre, ma davanti e dietro no. Le sedie sono mobili. Ma, soprattutto, riducendo i banchi si diminuisce il numero di alunni. Un terzo meno vuol dire che dove ne entravano 28 ne entreranno 21. E i sette dove li mettiamo? Una delle idee è quella di dividere le classi. Ma con quali insegnanti? Con quale personale ata?".
Non potreste prendere banchi più piccoli?
"I banchi attuali sono di 70 centimetri. Potremmo prenderli di 50 e il distanziamento di un metro sarebbe possibile lo stesso. Ma non è semplice perché i banchi ora in uso sono fatti con una speciale barra di ferro tra le zampe e il piano perché devono essere resistenti. In caso di terremoto i ragazzi e gli insegnanti devono mettersi sotto i banchi e sotto le cattedre, lo fanno anche durante le prove di evacuazione che facciamo periodicamente. Potremmo anche sostituire le sedie con quelle ribaltabili, ma queste ultime sono conformi con la sicurezza antisismica?".
Nelle scuole di Pontedera c’era già il problema della mancanza di spazi. Dove li trovate in più?
"Infatti. E’ proprio questo il dilemma. Si faceva la rotazione, come si dovrebbero spostare i ragazzi? E’ in corso un monitoraggio di tutte le scuole della regione insieme all’Anci, l’Associazione dei comuni, per vedere quali sono le opportunità. Al Fermi, per non farci trovare impreparati stiamo facendo il caplaggio in tutte le aule per le lezioni a distanza".
Preside Vittipaldi, sappiamo che alcuni suoi colleghi stanno rinunciando al posto di preside per tornare a fare l’insegnante. Perché secondo lei?
"Perché le responsabilità sono enormi e ora ci vengono anche ridotti gli stipendi con tagli alla parte variabile e con la richiesta di rimborso per quanto già percepito. Il dirigente scolastico non è un dirigente come altri della pubblica amministrazione. Noi siamo anche datori di lavoro, con le conseguenze anche penali che questo comporta".