
Una circolare della preside per guidare gli studenti alla giusta scelta
Pantaloni corti, leggings, canottiere, vanno bene al mare. La scuola è un’altra cosa. E la scuola ha il dovere di farlo presente. E’ questo il senso della circolare della professoressa a Elena Casarosa, dirigente dell’istituto tecnico Cattaneo di San Miniato. Una premessa: non sono previste sanzioni. Quella della preside è un’inziativa per far riflettere i ragazzi facendo capire loro che nella vita c’è momento e momento, situazione e situazione: un giorno, all’università, o nel posto di lavoro, con un abbigliamento non adeguato potrebbero trovarsi fuori dalla porta. Ma vediamo cosa scrive e raccomanda la preside.
"Con l’innalzarsi delle temperature e l’arrivo della bella stagione, si presenta in modo ancora più urgente la spinosa questione dell’abbigliamento adeguato durante le attività scolastiche, tanto più in un istituto come il nostro, dove sono numerose le ore trascorse in laboratorio – si legge .Il codice di abbigliamento condiviso nella nostra società prevede scelte diverse in base al contesto. La scuola è un contesto formale, equiparabile a quello lavorativo. Una delle competenze trasversali che abbiamo il compito di rafforzare nelle ragazze e nei ragazzi è quella di saper scegliere, in relazione alla situazione, le modalità di interazione". E’ importante saper assere adeguati al contesto che viviamo. "Invito i docenti ad affrontare la questione con le studentesse e gli studenti, spiegando loro l’importanza e la valenza di questa scelta, guidandoli alla consapevolezza dell’importanza di un abbigliamento adeguato e decoroso, prima di tutto con il proprio esempio – si legge ancora nella circolare – . A titolo meramente esemplificativo, e non esaustivo, non sono adeguati e decorosi pantaloni corti, leggings, canottiere, top, ciabatte… tutto questo è adatto alle vacanze, non a scuola".
"Saranno in prima persona docenti e personale scolastico a dare l’esempio scegliendo un abbigliamento adeguato al ruolo e al contesto", conclude la preside che invita anche le famiglie a condurre questa riflessione con le proprie figlie e i propri figli.
Carlo Baroni