
Sandra Milo
Pontedera, 25 novembre 2017 - «Prima era anche peggio, gli uomini ci provavano sempre o quasi: capitava di sentirsi offesa, eccome, ma anche un pochino lusingata». Sandra Milo, che visse un periodo nella frazione di Orciatico (la madre era nata a Lajatico) dove lo scorso anno tornò dopo tanto tempo, parla con La Nazione del tema scottante delle molestie e del dramma della violenza sulle donne a poche ore dalla Giornata Mondiale che ne tiene accesa l’attenzione. La diva italiana, oggi 84enne (musa di Federico Fellini) e che ancora calca con successo set e palcoscenici, affronta il tema di petto e senza peli sulla lingua: «Quelle che oggi chiamano molestie e che diventano spesso denunce e processi, ai miei tempi erano per lo più avances esplicite, spesso indelicate, ma noi ci difendevamo da sole, senza querela».
Lei si è difesa?
«Eccome, ho dato schiaffi, ma sono anche stata lasciata a piedi in aperta campagna perché mi ero rifiutata di accogliere la proposta, chiamiamola così. Qualche sera fa ho visto il televisione una ragazzona, bella, gran fisico, lamentarsi delle molestie subite: poteva difendersi tranquillamente con graffi, morsi, oppure mandarlo semplicemente a quel paese e girare i tacchi».
Lei dice: prima era anche peggio. Perché?
«Ricordo quando la mamma ci portava a ballare a Viareggio, nel pomeriggio, da ragazzina. I ragazzi ci stringevano così forte fino a farci sentire la loro virilità. E’ tipico dell’uomo questo genere di comportamento, fa parte del suo modo di essere, di vivere la sessualità. Credo ci sia una differenza importante tra avances, violenza o molestie. Si sta facendo una grande confusione».
Ma la violenza sulla donne, però, è spesso cronaca nera di questo tempo...
«Certo, ed è un dramma. Lo stupro, la violenza del branco, la costrizione a rapporti sessuali con la forza. Mi graffia il cuore tutto questo: è orrore. E la nostra società, purtroppo, ci sta facendo i conti. Bene che se ne parli: l’attenzione serve anche a spingere per leggi sempre più severe. Sulle molestie, appunto, di cui si parla tanto, anche nel mondo dello spettacolo, serve chiarezza».
Ci spieghi?
«Le molestie sulle donne nel mondo del cinema ci sono sempre state. Negli anni Sessanta e Settanta era anche peggio. Ma una donna può sempre dire di no. Se non lo fa spesso è perché le fa piacere. Anche sul ricatto, ‘se non ci stai non lavori’, ho qualcosa da dire: ma di cosa ci meravigliamo? Questo modo di fare c’è sempre stato e ci sarà sempre. Ma noi saremo sempre donne libere di essere noi stesse, di accettare, di fare le proprie scelte, di starci o no. Invece prima si fanno i film poi si corre a raccontare cose. E queste chiacchiere stanno rovinando un sacco di persone: si grida agli scandali con la rete piena di ragazzine che si mostrano in tutti i modi».
Siamo nell’epoca della querela che da un momento all’altro può farti perdere tutto...
«Il caso del ministro inglese che si è sospeso per aver toccato il ginocchio a una giornalista, deve far riflettere. Così non ci toccherà più nessuno! Invece tra uomo e donna è sempre stato mamma Cecco mi tocca; toccami Cecco che mamma non vede. Non crede?».