
Il sindaco Giglioli durante il dibattito
Il caso giudiziario del projetc non è finito. Passerà anche dalla Cassazione. Lo ha detto il sindaco Simone Giglioli, durante il dibattito alla festa dell’Unità a San Miniato Basso dedicato all’incontro della nuova giunta con la cittadinanza. "Impssibile quindi dire quando e se il Comune potrà rientrare in possesso dei soldi che gli sopettano". Che sono tanti. E importanti. Sono i 7,7 milioni di euro che la San Miniato Gestioni srl "dovrebbe" restituire al municipio di San Miniato. Lo aveva stabilito nei mesi scorsi la Corte di appello di Roma dichiarando la nullità del lodo arbitrale relativo al project financing. La spinosa e lunga vicenda che ha coinvolto le due ultime amministrazioni comunali (quella guidata da Vittorio Gabbanini e l’attuale guidata da Simone Giglioli), sembrava aver trovato un lieto fine, dopo molti anni di battaglie legali. "Ma la San Miniato Gestioni Srl – ha detto il sindaco - ha impugnato la sentenza davanti agli ermellini. I tempi? Non credo che possa esserci un pronunciamento prima di un anno e mezzo".
Il contenzioso era nato nel 2015, con la rescissione unilaterale del contratto da parte del Comune, a 10 anni dalla stipula di un project financing assai discusso, che prevedeva la realizzazione di numerose opere sul territorio, come strade, case popolari e parcheggi, molte delle quali mai realizzate. Ritardi e inadempienze che il Comune addebitava alla San Miniato Gestioni Srl, facente capo all’ex Consorzio Etruria di Montelupo (ora Cooperativa l’Avvenire 1921), finché il collegio arbitrale, davanti al quale la San Miniato Gestioni srl aveva impugnato la risoluzione contrattuale disposta dal Comune, stabilì il contrario. A seguito dell’esito del lodo, il Comune aveva dovuto provvedere al pagamento a favore della San Miniato Gestioni srl di 7,7 milioni di euro ed accantonare altri 2,7 milioni di euro, essendo il lodo già esecutivo. Il lodo, infatti, aveva riconosciuto al Comune la maggiore responsabilità tra le due parti. L’appello è stato vinto dal Comune. Ma, appunto, nomn è finita.
Carlo Baroni