SAVERIO BARGAGNA
Cronaca

Salvare vite e diventare migliori. «Nel nome di Sara e Lorenzo»

Ponsacco, la Pubblica Assistenza: «Un corso e una borsa di studio»

IMPEGNO I volontari della Pubblica Assistenza. Accanto Sara e Lorenzo

Ponsacco, 13 febbraio 2017 - Dare  seguito alla scelta, prima che l’asfalto emettesse la sua condanna e interrompesse il percorso. La Pubblica Assistenza di Ponsacco ha deciso di dare vita ad un corso di formazione per nuovi volontari e di istituire una borsa di studio nel nome di Sara Cicciotto e Lorenzo Malacarne, i due ragazzi travolti e uccisi in motorino. Era il 5 luglio scorso quando la giovane coppia fu falciata da un’auto condotta da una ragazza poi risultata positiva all’alcoltest. «Vogliamo che nel nome di Sara e Lorenzo – spiegano dall’associazione ponsacchina – si salvino altre vite».

Sara Cicciotto, 17 anni, aveva trovato nella Pubblica Assistenza di Ponsacco una seconda casa. Da cinque mesi aiutava assiduamente in sede. «La ricordiamo con affetto – spiega il presidente Bellarmino Bellucci – era una ragazza solare che amava ballare». E proprio questa grande passione per la danza ha fatto balenare un’idea: «Vogliamo dare l’opportunità ai ragazzi meritevoli ma in difficoltà economiche – continua Bellucci – di potersi specializzare in ciò che più amano. Che sia la danza, lo sport o quello che vogliono. Per questo stiamo pensando ad una borsa di studio nel nome di Sara e di Lorenzo. Stiamo studiando le modalità».

Da pochi giorni, invece, si è concluso il corso di secondo livello per nuovi soccorritori. Una trentina di ragazzi – anche molto giovani – hanno partecipato e dato l’esame finale: ora potranno salvare vite. «Un corso dedicato – spiega Luca Malacarne, uno dei responsabili della Pubblica Assistenza – a Sara e Lorenzo. Abbiamo parlato di loro, abbiamo ricordato il loro impegno e la loro drammatica fine. In molti si sono commossi». Un percorso che ha visto coinvolte anche le famiglie delle vittime che hanno apprezzato l’iniziativa: «Perché questa tragedia e quanto è avvenuto rimanga nella memoria collettiva. E perché sia di monito a chi si mette al volante in condizioni non ottimali». Trasformare il lutto in «luce» è impossibile, ma ricordare e far crescere la società è l’unico sentiero da percorrere per non lasciarsi vincere dalla disperazione. «Alla fine – conclude il presidente Bellucci – non è forse proprio questa la missione della Pubblica Assistenza? Creare una società più giusta e solidale. Anche oggi quando questo obiettivo sembra impossibile».