
Il pubblico ministero Aldo Mantovani
Ponsacco, 5 maggio 2018 - Fu una scarica di botte che non si è fermata ai pugni. Anzi è stata aiutata da un coltello, da un punteruolo artigianale e forse anche da un pezzo di ferro. E’ stata la presunta vittima del pestaggio a raccontare, aiutato da un’interprete, quel 4 settembre del 2017 che in qualche modo gli ha segnato la vita, visto che ancora oggi deve fare i conti con alcuni postumi. A giudizio, c’è Abderrakzak Belgharrabi, 40 anni, difeso dall’avvocato Antonella Antonelli dello studio Antonelli-Azzaro di Pisa. L’uomo deve difendersi infatti dall’accusa di lesioni personali aggravate ai danni del connazionale con cui condivideva, insieme ad un terzo soggetto, una baracca della zona. E proprio in quel luogo, anche di marginalità sociale, sarebbe avvenuta l’aggressione senza un preciso perché: «Stavo cucinando, sono uscito un attimo e ho cominciato a vomitare». E poi, incalza il pubblico ministero Aldo Mantovani la parte offesa? «Mi ha aggredito perché vomitavo». Dove l’ha colpita? «Mi ha colpito sulla testa, nelle costole, sul naso, in bocca rompendomi i denti –. L’ha fatto con i pugni, sulla spalla mi ha colpito con un pezzo di ferro, ma prima ancora mi aveva tirato una bottigliata in testa».
L’uomo aveva anche un coltello che poi, però, in qualche modo – stando al racconto offerto dalla parte offesa – è sparito. Con il coltello, racconta al collegio del tribunale di Pisa presieduto da Luca Salutini (a latere Iadareesta e Grieco) l’avrebbe colpito al collo, sul petto, sul torace. Invece con un punteruolo artigianale, in legno, si sarebbe avventato sul volto raggiungendo l’occhio di quel compagno con il quale era da poco tornato da fare la spesa al Penny Market. Lei perché non si difeso? Mostra le mani il marocchino 48enne: «ho difficoltà ad usarle, a causa di un incidente che ho avuto a Lajatico». Il tribunale sente anche altri testimoni per ricostruire un copione che forse ha avuto anche altre scintille. Avevate bevuto? Eravate ubriachi? «Avevamo comprato del vino, io avevo bevuto due bicchieri, ma lui – indicando il suo aggressore sul banco degli imputati – non era ubriaco quando mi ha massacrato». Il pm insiste sul punto. Il tribunale ha sentito tutti i testimoni, compresi i due portati ieri dai carabinieri di Calcinaia. Rinvio a giugno per la discussione.