GABRIELE NUTI
Cronaca

Rotta la lapide dedicata al Nanino: "La rifaremo con un altro materiale"

Potrebbe essersi spaccata per il deperimento del basamento in legno, ma non sono esclusi atti vandalici

Potrebbe essersi spaccata per il deperimento del basamento in legno, ma non sono esclusi atti vandalici

Potrebbe essersi spaccata per il deperimento del basamento in legno, ma non sono esclusi atti vandalici

SANTA CROCELa scultura dedicata all’Uomo del fiume è ridotta a metà. Letteralmente a metà. La parte inferiore di "Allegria dello Sciamano" dedicata a Giuliano Gozzini detto Nanino, inaugurata il 18 maggio del 2016 a venti anni dalla morte dell’uomo che conosceva più di altri l’Arno a Santa Croce, è spezzata via. Alcune parti sono state recuperate e sono in Comune. Altre sono andate perse. "E’marcito il basamento in legno e la lapide si è rotta – ha spiegato il sindaco Roberto Giannoni – Stiamo cercando di farla realizzare in altro materiale".

Può anche darsi che qualcuno, senza rispetto e forse anche senza conoscere il valore di quel cippo, ne abbia accentuato la rottura. Se non proprio di un atto vandalico si può parlare di noncuranza. Perché sarebbe bastato, per avere ancora tutti i pezzi dell’opera, peraltro arricchita da strisce di oro zecchino, che una volta trovata rotta fosse stata portata in comune. Comunque, a nove anni esatti dall’inaugurazione, l’"Allegria dello Sciamano" – opera dell’artista Vinicio Zapparoli – è molto poco allegra e parecchio triste.

A volere l’opera fu la giunta allora guidata dalla sindaca Giulia Deidda in memoria di un santacrocese sicuramente sui generis, ma che è entrato addirittura nel vocabolario dialettale della cittadina delle pelli con la sua celebre frase "Bodde disse il Nanino". Aveva le mani d’oro il Nanino. Le forbici che faceva lui per sforbiciare le pelli in conceria erano le migliori, ma il suo mondo era l’Arno. Tanto che, oltre alla lapide, la giunta nel 2016 gli ha anche intitolato la parte dei giardini più vicina al fiume, dove c’è ancora l’alberone dove Giuliano e i suoi amici si ritrovavano e giocavano.

gabriele nuti