‘Pensavo Peccioli’, Walter Veltroni presenta il commissario Buonvino tra amore e morte

Intervistato da Agnese Pini, direttrice dei quotidiani La Nazione, Il Giorno, Il Resto del Carlino e Qn

Walter Veltroni a 'Pensavo Peccioli'

Walter Veltroni a 'Pensavo Peccioli'

Peccioli (Pisa), 19 marzo 2023 – Due mondi che si intersecano, quello della fantasia con quello della realtà con tutto il suo contesto storico con cui non si è scavato fino in fondo.

Così Walter Veltroni, politico, giornalista, scrittore e regista, presenta il suo ultimo libro “Buonvino. Tra amore e morte” (Marsilio) al pubblico di “Pensavo Peccioli”, kermesse nata e cresciuta nel cuore della Valdera per trattare i grandi temi con scrittori, artisti e personaggi del panorama nazionale.

“Una tre giorni per capire cosa sta succedendo, a noi e al mondo”, recita il sottotitolo dell’iniziativa oggi arrivata al gran finale. Tra i tanti appuntamenti, stamattina, anche quello con Veltroni presentato e intervistato da Agnese Pini, direttrice dei giornali La Nazione, Il Giorno, Il Resto del Carlino e Qn. Il politico è arrivato a Peccioli per presentare il quarto libro della saga dedicata al commissario Buonvino.

“Perché la scelta di ambientare le storie in un posto straordinariamente bello come villa Borghese? – domanda Pini –. Proprio lì, dove nella sua vita di sindaco, ha fatto cose importanti che tornano in alcuni episodi del libro".

Veltroni non si risparmia nelle risposte davanti a un pubblico che riempie in ogni angolo la sala: "Villa Borghese è un posto dove si va a passeggiare, dove si entra in un ambiente pacifico che lascia fuori il caos della città. E far arrivare lì il segno della violenza era affascinante. E proprio lì un cattivo funzionario manda il commissario Buonvino per una specie di bullismo".

Veltroni descrive il suo libro per immagini, ma soprattutto per scene tratte da molti film. E' proprio la direttrice del QN fa notare alcune citazioni cinematografiche che Veltroni non nasconde, anzi le porta sul palco di Peccioli per illustrare più a fondo il mondo su cui si muovono i suoi personaggi. Queste pellicole sono state anche fonte di ispirazione del romanzo giallo che riparte dall'ultima scena del terzo capitolo, con la compagna del commissariato ferita gravemente dai sicari. Da quel letto dell'ospedale riprende la storia piena di domande. In più c'è un nuovo cadavere che riaccende i riflettori sulla villa. Quel corpo straziato rinvenuto nella teca dell'anaconda. E qui l'autore spiega la sua reale paura, l'erpetofobia, ovvero la paura di rettili come serpenti, lucertole e tra gli altri anche dei coccodrilli.

"Il romanzo giallo è diverso – spiega Veltroni - Perché in un libro normale il lettore si siede e si fa trasportare come su un tappeto volante. In un romanzo giallo no, l'autore deve stare attento, pronto. Sa che l'autore proverà a depistarlo. E l'autore sa che il lettore sa...".

Poi la direttrice Pini lancia un divertente assist che apre un mondo sull'uso e l'importanza del significato delle parole. Sul provocatorio "tanta roba", Veltroni sorride e spiega al pubblico che Buonvino ha messo al bando una serie di parole. E a ogni citazione ha dato un punteggio: "Tanta roba" sarebbero meno 12 punti. E poi c'è l'uso improprio di "ragazzi". O "ci metto la faccia" che vale -4. "Ecco - sorride Veltroni - in parlamento molti sarebbero sotto zero con questo gioco".

Poi la conversazione prende la piega del parallelo storico con un fatto realmente accaduto nella Roma a 4 giorni dalla sua liberazione dagli alleati. La fucilazione di un borsaro nero. Un episodio con tanti misteri che entra nella storia del libro. E qui Veltroni incalza sul significato del fascismo, su una storia che non si può dimenticare e su cui occorre farne i conti: "Il fascismo è la cancellazione dei diritti la negazione di essere se stessi. Non ci sono dittature che permettono di mantenere la propria individualità. E non abbiamo fatto fino in fondo i conti con la storia. Come se il fascismo fosse stata una parentesi. E se ne parla con troppa leggerezza. E come si fa, come si è visto proprio in questi giorni, sentire da un manager di una importante azienda pubblica, che alla prima occasione, parafrasa uno dei discorso più agghiaccianti di Mussolini?". "Quando non fai i conti con la storia alla fine i mostri riaffiorano - conclude Veltroni - Lavorare sulla memoria non è avere nostalgia, ma è la voglia di sapere cosa è successo". E anche il commissario Buonvino vuol sapere cosa è successo a villa Borghese.