di Gabriele Nuti
ORENTANO
La simpatica e originale definizione antica di Comunello si addice alla perfezione a Orentano, frazione che si trova a circa diciotto chilometri dal capoluogo Castelfranco. Comunello rende bene l’idea di un territorio che pur dipendendo da un Comune vero e proprio ha una sua autonomia. E così è sempre stato per Orentano rispetto a Castelfranco. Orentano è Orentano. Punto e basta. un paese di circa 2.500 anime che è capace di organizzare eventi di caratura nazionale come il "Dolcione" da record e un carnevale dedicato ai bambini che risale a quasi settant’anni fa. E poi tanto altro, le sagre, i bigné, una concentrazione di pizzerie e ristoranti sproporzionata rispetto ai residenti. I pasticceri che a metà del secolo scorso hanno "invaso" Roma aprendo quelle che poi sono diventate le più rinomate pasticcerie.
E poi c’è la toponomastica. Tutta diversa da quella delle nostre zone con i caseggiati suddivisi in corti abitate quasi esclusivamente – almeno fino a qualche anno fa – solo da vari nuclei delle stesse famiglie. Savino Ruglioni, orentanese dalla nascita ma di famiglia che arriva da Uzzano, ha ricostruito le caratteristiche del territorio e della formazione di Orentano nel "Dizionario della toponomastica Orentanese". Un’affascinante ricostruzione dei luoghi e della loro storia, attraverso foto e documenti antichi. Il libro – che sarà presentato stamani, sabato 28 gennaio, alle 10,30 nella biblioteca comunale di Orentano in via Martiri della Libertà – è frutto di un lavoro certosino che Ruglioni ha portato avanti dal 1982, anno della sua laurea con tesi in urbanistica, con la collaborazione di Sergio Nelli, archivista emerito dell’Archivio di Stato di Lucca.
La pubblicazione è stata possibile grazie al Comune di Castelfranco e al supporto finanziario del consiglio regionale della Toscana, della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato e delle aziende Zuma Pelli Pregiate e Sciarada Industria Conciaria. Alla presentazione di stamani interverranno il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo, il sindaco di Castelfranco Gabriele Toti, Sergio Nelli, e l’autore.
"I toponimi censiti sono due tipi – anticipa Ruglioni – quelli attuali, che sono stati rilevati nella toponomastica corrente di uso popolare e quelli perduti dei quali rimane traccia solo nei documenti di archivio. Per tutti i toponimi sono indicate le date dei riscontri documentari, la localizzazione geografica e alcune brevi notazioni storiche riguardanti l’origine degli insediamenti abitativi e delle famiglie ad essi storicamente legate, con i passaggi più significativi". La ricostruzione delle linee genealogiche delle famiglie è stata resa possibile grazie all’anagrafe storica di Orentano, che parte dal 1547, ottenuta grazie a un processo d’informatizzazione degli archivi parrocchiali di Orentano, Altopascio, Montecarlo, Spianate, Castelfranco e Santa Croce. Orentano fu, diciamo così, "colonizzato" da gente che arrivava dalla piana del Valdarno (Castelfranco e Santa Croce) e dalla Lucchesia e dalla zona di Pistoia. Dalla Garfagnana. Da qui molti nomi e toponimi delle corti, antiche e attuali. "Savino Ruglioni rappresenta un bene inestimabile per la nostra comunità", il commento del sindaco.