Omicidio di Sasso Pisano. Scatta il giudizio immediato. In cinque davanti alla Corte

Mandante, basista, sicari arrivati dalla Campania e il loro autista, tutti a processo ad aprile. Delitto eseguito nell’agosto del 2022 da un albanese per vendicare la morte del fratello.

Omicidio di Sasso Pisano. Scatta il giudizio immediato. In cinque davanti alla Corte

Omicidio di Sasso Pisano. Scatta il giudizio immediato. In cinque davanti alla Corte

In cinque a giudizio immediato davanti alla corte d’assise di Pisa il prossimo aprile per rispondere dell’omicidio di Elson Kalaveri che morì dopo una scarica di 16 colpi il 18 agosto del 2022. Un delitto – secondo la ricostruzione della procura (indagine del pm Giancarlo Dominijanni) di cui Deliu Shkelzen è ritenuto essere il promotore per vendicare la morte del fratello ferito nel 2014 in Albania, durante una lite con Kalaveri, e poi deceduto nel 2019. Per l’omicidio di Sasso Pisano c’è un solo imputato della zona: Qoli Shkelqim, 40 anni, di Castelnuovo (assistito dagli avvocati Michele Cipriani e Gabriele Terranova), ritenuto essere il basista del gruppo di fuoco che, per l’accusa, avrebbe intrattenuto rapporti sia con il mandante sia con gli esecutori, e avrebbe condotto il kalaveri a Sasso Pisano per consentire la sua uccisione.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini Valentino Tarallo e Giovanni Capone – entrambi di Napoli – sono ritenuti essere gli esecutori del delitto, quelli che si trovavano a bordo della macchina scura dalla quale furono esplosi i colpi contro la vittima, utilizzando due armi di calibro diverso. C’è un quinto soggetto a processo. Si tratta di Ivan Tolomello che, per l’accusa, avrebbe avuto il compito di coadiuvare i sicari ingaggiati dal mandante sia nella fase preparatoria che dopo, nella fuga, per rientrare in Campania.Tolomello, nelle settimane scorse, aveva reso dichiarazioni – cristallizzate in un incidente probatorio – nelle quali aveva ammesso di aver guidato l’auto per raggiungere la zona ma di non aver partecipato al delitto. Tolomello avrebbe sostenuto di sapere solo che la trasferta era finalizzato ad un recupero di crediti e che solo nei giorni successivi, da telefonate, avrebbe scoperto che era stato commesso l’omicidio. I familiari della vittima sono rappresentate dall’avvocato Sabrina Del Fio.

Carlo Baroni