CARLO BARONI
Cronaca

Omicidio di Sasso Pisano. In 5 finiscono in carcere. I sicari assoldati a Napoli

Sono state decisive le immagini delle telecamere di videosorveglianza. Il movente? E stata la vendetta di un albanese per il fratello che era stato ucciso .

Elson Kalaveri morì dopo una scarica di 16 colpi il 18 agosto dello scorso anno a Sasso Pisano, frazione di Castelnuovo Val di Cecina. A sparare furono due sicari residenti in Campania, rispettivamente di 26 e 45 anni, assoldati da un albanese per vendicare la morte del fratello ferito nel 2014 in Albania durante una lite con Kalaveri e poi deceduto nel 2019. Con i due che impugnarono le pistole e fecero fuoco c’era un terzo soggetto del commando: un 30enne. Con un anno di indagini serratissime i carabinieri del nucleo investigativo di Pisa, coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica Giancarlo Dominijanni, hanno dato un copione al giallo del delitto di Sasso Pisano ricostruendo minuziosamente il contesto dell’omicidio e raccogliendo un quadro di gravi indizi di colpevolezza a carico di cinque persone ora ritenute responsabili, a vario titolo, di omicidio premeditato in concorso, porto abusivo di armi e contraffazione di targhe. Ieri, alle prime luci dell’alba, con un blitz tra Castelnuovo Valdicecina, Thumanë-Kruja (Albania), Pescara e triangolo di Villa Briano, Casal di Principe ed Aversa, sono state eseguite le misure cautelari in carcere per i 5 gli indiziati.

Da quanto spiegato ieri dagli inquirenti, alla presenza del procuratore di Pisa Giovanni Porpora, sono state decisive le prime mosse degli accertamenti partite subito dopo il delitto, con l’acquisizione di una mole imponete di immagini delle telecamere pubbliche di videosorveglianza urbana, le successive intercettazioni telefoniche per ricostruire la dinamica e il movente dell’agguato, ed una serie di riscontri per collocare le presenza dei soggetti nel Pisano nelle ore della preparazione dell’agguato, della consumazione del delitto, e della successiva fuga. I carabinieri del nucleo investigativo, hanno ricostruito gli spostamenti del gruppo di fuoco, tutti campani (un autista e due killer) e incrociato i dati delle celle telefoniche, che, dicono gli inquirenti, "ha permesso di attribuire senza dubbio ogni singola responsabilità" in base al ruolo tenuto nella vicenda.

I sicari, è stato ricostruito, hanno raggiunto Sasso Pisano a bordo di una Lancia Y con targa contraffatta e di una Fiat 500 presa a noleggio, risultata in uso a uno dei killer. A tendere la trappola di un delitto iniziato a pianificare nel giugno 2022, un basista di Castelnuovo – un cittadino albanese – che dette appuntamento alla vittima con la scusa di saldare un debito. Dopo quell’incontro la vittima si allontanò sull’auto guidata da un amico del tutto estraneo ai fatti e dopo poche centinaia di metri fu raggiunto dai killer che portarono a termine l’esecuzione. L’operazione è stata denominata "Kanun", il nome che richiama il rito del codice consuetudinario albanese che impone di vendicare l’uccisione di familiari consanguinei.