
di Gabriele Nuti
Nella prima linea della guerra al Covid ci sono loro, i presidi. Subito dopo il personale sanitario, i dirigenti scolastici sono l’avamposto nella battaglia che l’Italia e il mondo intero stanno combattendo contro questo micro-essere terribile. Per capire in quali condizioni lavorano da mattina a sera i dirigenti scolastici leggete cosa dice la professoressa Elisabetta Iaccarino, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Martin Luther King di Calcinaia. Il suo è uno sfogo al termine dell’ennesima giornata campale. Parole che escono dal cuore e dalla pancia. Parole che sembrano condite con le lacrime di chi è al limite. "Scrivete che non è vero che va tutto bene", l’apice delle dichiarazioni della preside di Calcinaia.
"La situazione per noi dirigenti sta diventando veramente insostenibile – le prime parole della dirigente Iaccarino – Fornisco qualche numero per far capire in che situazione lavoriamo. Abbiamo due classi dell’Infanzia in in quarantena. Alla Primaria le classi in quarantena sono otto, cinque quelle in sorveglianza e testing. Alla Secondaria di primo grado ci sono tre classi con due casi positivi e 1 classe in quarantena. E ancora arrivano le comunicazioni di numerosi casi. L’Asl sta mettendo a casa anche le maestre che sono state in classe per quattro ore o più e che non hanno completato il ciclo vaccinale. Ci mancano sei collaboratori scolastici, alcuni docenti sono diventati positivi e quindi sono in quarantena. La situazione qui da noi, ma a quanto mi risulta anche da altre parti, è insostenibile".
Preside Iaccarino, ha dovuto prendere provvedimenti particolari, limitare l’orario scolastico, far rimanere classi a casa in dad per mancanza di insegnanti?
"Si, ho dovuto addirittura fare un provvedimento per ridurre il tempo alla Primaria dove il tempo pieno è momentaneamente sospeso perché non ce la faccio con i docenti a disposizione a coprire l’intero orario. Evidenzi questa situazione perché non si può continuare a fingere che vada tutto bene e che si riesca a organizzare la scuola in queste condizioni".
Dall’Asl avete qualche supporto?
"L’Asl è oberata e non risponde più alle nostre mail. Ha risposto fino a venerdì della scorsa settimana".
Ci descriva la sua giornata.
"Da mattina a sera io e i miei collaboratori, quelli che sono al lavoro perché, come ho già detto sei sono a casa per il Covid, non facciamo altro che rispondere alle mail dei genitori, caricare i dati sulla piattaforma della regione Toscana, spiegare le modalità di rientro e dalla quarantena. Andare a cercare i voucher per le famiglie che devono far fare i tamponi ai figli e che non li hanno ancora ricevuti".
E la normale attività della scuola? I progetti?
"Restano indietro. Tutto questo impegno straordinario per la situazione causata dal Covid ci fa lasciare indietro, tralasciare quelle che sono le scadenze normali. Come i bandi a cui vorremmo partecipare per cercare di ottenere finanziamenti per la nostra scuola, i progetti, i programmi. Tenga conto che ho messo in quarantena, o meglio, ho comunicato la necessità di restare in quarantena a intere classi anche il sabato e la domenica e una persino il 26 dicembre. Tutto questo non è possibile".
Eccola la scuola al tempo del Covid. Una scuola che sicuramente ha imparato a resistere. Ma dove a essere penalizzati sono i programmi di insegnamento per far posto a una serie di questioni burocratiche. Una scuola dove i bambini fino alla terza elementare e terza media che a malapena conoscono il volto dei compagni. Si riconoscono dagli occhi. E, meno male, continuano a sorridere almeno con quelli.