REDAZIONE PONTEDERA

"Niente benedizioni, portate le bottigliette"

Ecco come si organizzano le tre parrocchie di Pontedera per sostituire la tradizionale visita alle famiglie in preparazione alla Pasqua

Benedizioni di Pasqua sospese nelle tre parrocchie di Pontedera – Duomo, San Giuseppe e Sacro Cuore – come in tutte le altre Chiese toscane. La disposizione della conferenza dei vescovi (Cet-Conferenza episcopale toscana) è chiara in tal senso. In questo momento della pandemia i sacerdoti non devono andare nelle case a benedire perché non devono essere possibili trasmettitori del virus oppure, a loro volta, ammalarsi. "Passare di casa in casa è un rischio troppo alto – in sintesi il pensiero della Cet – Per questo motivo la benedizione è sospesa fino a dopo Pasqua. Vedremo nei mesi di aprile, maggio e giugno come possiamo organizzarci".

Ma i tre parroci di Pontedera non stanno fermi solo ad aspettare l’evolversi della situazione. "La benedizione classica, diciamo così, non si può fare e questo ormai è risaputo – le parole di don Piero Dini proposto del Duomo, la parrocchia del centro di Pontedera – Probabilmente, dopo Pasqua, se sarà possibile, faremo degli incontri di preghiera all’aperto in varie zone della parrocchia per riunire i fedeli rispettando chiaramente le regole del contenimento della pandemia che saranno in vigore. Durante questi incontri di preghiera potremo donare boccettine con l’acqua santa benedetta la notte di Pasqua a chi le vorrà. Andremo nelle case quando sarà possibile e se sarà possibile, anche a giugno".

Don Angelo Cuter, parroco del Sacro Cuore, la chiesa dei Villaggi, ha un’altra proposta. "Bisogna essere molto scrupolosi – dice – Il momento è delicato e il rispetto delle regole per il contenimento della pandemia è oltremodo importante. Nelle case non possiamo andare, quindi per incontrare le persone come di solito facevamo gli anni scorsi bisogna aspettare tempi migliori. Dopo Pasqua? Vedremo. Tutto dipende dal virus e, chiaramente, dalle disposizioni dei vescovi che in questo caso sono stati molto chiari. Io vado anche a giugno se si potrà benedire. Nel frattempo penso che l’unico modo per far arrivare nelle case un segno della benedizione sia di invitare le persone a venire in chiesa la notte di Pasqua con un bottigliette di acqua che possono essere benedette contemporaneamente alla benedizione dell’acqua che facciamo nella liturgia della notte pasquale. Ognuno tiene la sua bottiglietta che si è portato al suo posto e poi la riporta a casa con l’acqua benedetta senza che altri la tocchino e senza alcun pericolo di contagio".

La stessa cosa pensa di fare anche don Giorgio Karpinski, parroco di San Giuseppe, la chiesa del quartiere Fuori del Ponte. "Chi vuole – spiega don Giorgio – la notte della messa di Pasqua può portarsi una bottiglietta e benediremo l’acqua che poi potrà essere riportata a casa. Penso anche che una sola volta non sia sufficiente perché non tutti vengono la notte di Pasqua in chiesa. E allora, come scriverò sul bollettino parrocchiale e sul sito, ripeteremo questa benedizione dell’acqua nelle bottigliette durante le messe di tutto il periodo pasquale, fino a Pentecoste. Se poi qualcuno lo richiederà anche dopo le benediremo anche dopo. E’ l’unico modo, secondo me, più semplice e meno rischioso per ricordare l’importanza della benedizione delle case e delle famiglie che faremo, se potremo, in un secondo momento dell’anno".

gabriele nuti