MICHELE QUIRICI
Cronaca

Nel 1896 nasce e muore "Il Corriere dell’Era"

Il suo direttore era Abele Belli, un giornalista battagliero e con un motto chiaro: "Imparzialità assoluta su tutto e su tutti"

di Michele Quirici

Tra i vari “rumori” industriali che si sono potuti sentire nel corso dei decenni nella nostra città, ci sono quelli delle macchine tipografiche. Molti libri e giornali hanno visto la luce in riva all’Era. A Pontedera si stampavano: “Il gazzettino” a partire dal 1889, “Il milite” dal 1891, “La domenica rosa” dal 1892 e “La Rinascita”, organo della Federazione socialista del Collegio di Pontedera, negli anni 1913-14. Uno dei più interessanti fu senza dubbio “Il Corriere dell’Era”, giornale politico, amministrativo, agricolo, commerciale, letterario che debuttò in edicola il 5 gennaio 1896. Le intenzioni erano chiare: "Il nostro programma può compendiarsi in pochissime parole: - Imparzialità assoluta su tutto e su tutti. – Discussione calma, serena, al disopra di ogni partito politico e di ogni ambiziosa personalità. Detto questo potremmo far punto, con la promessa di mantenere, parola per parola, dal primo all’ultimo numero – e vogliamo sperare che l’ultimo non venga mai – il nostro breve programma, senza deviare d’una linea. Però, poche parole ancora non saranno di troppo. Il Corriere dell’Era, come lo accennano chiaramente le poche parole che precedono, vivrà libero da ogni e qualunque partito politico ed amministrativo, e lascierà ad i suoi redattori la più ampia libertà di pensiero in materia di discussioni scientifiche e religiose. Il Corriere dell’Era, discutendo le più vive questioni del giorno francamente ed imparzialmente (senza essere aggressivo) saprà acquistarsi la simpatia di ogni classe di cittadini. Il Corriere dell’Era, riportando ed illustrando le più recenti innovazioni agricole si renderà indispensabile agli abitanti della campagna, per i quali avrà articoli speciali dettati da scrittori competentissimi in materia d’agricoltura".

Il Corriere dell’Era sarà poi la fata benefica di tutti i giovani studiosi i quali potranno nelle sue colonne aguzzare la propria intelligenza con bozzetti letterari, e con ogni genere di poesia. In una parola, il Corriere dell’Era sarà il giornale di tutti, il beniamino delle famiglie e tale spera di mantenersi per il decoro della nostra città, nella quale era lamentatissima la mancanza di un giornale serio ed accreditato". La tiratura del Corriere era di 2000 copie, un abbonamento annuo costava 3,10 lire e un numero 5 centesimi. Il suo direttore era Abele Belli, vecchia firma del giornalismo pontederese, reduce dalla guida del giornale democratico anticlericale della domenica “La Zanzara” il cui primo numero uscì il 22 luglio 1888. Belli aveva diretto anche “La Scintilla” stampato dalla tipografia di Amerigo Faleni a partire dal 20 novembre 1892. Il Corriere usciva dalla mitica tipografia Ristori ed accoglieva diverse rubriche tra cui “In provincia e fuori” con corrispondenze da tutti i comuni del circondario pisano. Arrichivano l’offerta: la “Cronaca di Pontedera”, le “Note bibliografiche”, la “Piccola posta” e le “Spigolature per gli agricoltori”.

La “Musa degli assidui” era lo spazio dedicato alle brevi opere letterarie. Al 52° numero, il 27 dicembre, il giornale annuncia una pausa ed un rinnovamento. Sarebbe dovuto ripartire a febbraio con altri redattori abbandonando “la beata tranquillità della prosa per schierarsi, arditamente battagliero, dalla parte di coloro che lottano e soffrono sotto la tirannia delle potenti camarille”. Del giornale invece si perdono le tracce. Il titolo della testata fu ripreso negli anni quaranta. Il settimanale di informazioni politiche e culturali si stampava a Peccioli e tra i suoi direttori ha annoverato l’avvocato Pier Ugo Montorzi.