Al timone ci sono imprenditori santacrocesi. E l’operazione potrebbe avere ricordatute importanti sull’economia del Comprensorio. Di cosa stiamo parlando? Quella che è stata la storica fabbrica di fiammiferi diventerà un nuovo quartiere residenzaiale. Segnatamente a Fucecchio. E’ l’ex Saffa, fabbrica fino al 1978. Poi nel 1980 venne acquistata da un gruppo di imprenditori conciari riuniti in una società, la Hibiscus srl. La prima svolta verso un nuovo futuro ci fu nel 2006 quando arrivò il primo via libera a una riqualificazione con la realizzazione di una quartiere residenziale.
Poi nel 2017 ci fu una variante sostanziale al progetto per adeguarlo ai nuovi scenari del mercato immobiliare. Nei mesi scorsi c’è stato il via libera. Ne parliamo col geometra Alessandro Pizzuti, il professionista della società proprietaria che, insieme ad altri colleghi, ha realizzato il progetto.
Geometra, si apre un nuovo capitolo?
"Un’operazione di riqualificazione e diconservazione di un pezzo di storia, ma anche un’operazione che mette al riparto il territorio dal bisogno di nuove cementificazioni".
I numeri di questo progetto?
"Stiamo parlando della possibilità di realizzare 150 unità immobiliari, di cui oltre 129 case, per lo più villette e un condominio molto bello. Il corpo storico della fabbrica verrà conservato e avrà unità a scopo commerciale e laboratori artigianali. Importante anche la progettazione del verde: un parco pubblico ampio, con piste ciclabili. E poi resta la vecchia ciminiera e la storica Bea, il piccolo fabbricato a torre, originariamente adibito a serbatoio d’acqua, che per intere generazioni ha rappresentato lo scandire del tempo con la sirena che suonava all’entrata e all’uscita degli operai".
Il valore dell’intera operazione?
"La riqualificazione dell’ex Saffa significherà investimenti per 30 milioni di euro, una preziosa iniezione nell’economia del territorio: basti pensare a quanto lavoro può portare sul territori, in termini di valore e di occupazione". Nie giorni scorsi il progetto è stato presentato ad operatori economici.
Carlo Baroni