CARLO BARONI
Cronaca

L’intelligenza artificiale in Aquarno: "E’ il primo depuratore in Italia"

La sfida del Consorzio trasforma l’esperienza empirica in gestione intelligente del trattamento reflui

L’impianto tratta acque reflue urbane e industriali per oltre 2 milioni di abitanti equivalenti, provenienti da quattro Comuni e da centinaia di imprese

L’impianto tratta acque reflue urbane e industriali per oltre 2 milioni di abitanti equivalenti, provenienti da quattro Comuni e da centinaia di imprese

I primi risultati saranno la riduzione attesa dei consumi elettrici fino al 25%, l’ottimizzazione dei reagenti chimici con minore impatto ambientale e costi ridotti, maggiore stabilità del processo biologico e controllo più sicuro degli eventi estremi (piogge intense e variazioni improvvise). Accadrà al Consorzio Aquarno Spa – guidato da Chiara Bilancini (il direttore tecnico è Andrea Giachi) – che è protagonista di un progetto pionieristico a livello nazionale: l’integrazione dell’intelligenza artificiale nei processi di trattamento delle acque reflue. In un settore storicamente fondato sull’esperienza degli operatori, ma ad alto impatto ambientale e forte intensità energetica, Aquarno ha avviato un processo di trasformazione digitale profonda – viene spiegato – nel quale l’AI consente di passare da un modello reattivo a uno predittivo, fondato su dati e algoritmi, ma nel pieno rispetto della centralità umana. Il progetto, presentato ieri, è realizzato in collaborazione con Dbs Srl – Data Brain Services, società toscana specializzata in sistemi intelligenti per l’industria.

L’obiettivo è ambizioso: convertire ogni snodo operativo – dall’uso dei compressori per l’ossigenazione alla regolazione dei reagenti chimici, fino alla gestione delle acque meteoriche – in un processo intelligente, adattivo, supervisionabile e trasparente. L’impianto operativo h24 per 365 giorni l’anno, tratta acque reflue urbane e industriali per oltre 2 milioni di abitanti equivalenti, provenienti da quattro Comuni e da centinaia di imprese conciarie. È uno degli impianti di depurazione più complessi d’Italia: riceve reflui con alta concentrazione di solfuri, sali e sostanze recalcitranti, che in passato richiedevano un forte impiego di additivi chimici. Dal 2002, con il passaggio al trattamento "tutto biologico", l’impianto ha ridotto drasticamente i fanghi chimici, rendendo sostenibile un processo notoriamente difficile. Oggi, con l’integrazione dell’intelligenza artificiale, la gestione degli impianti biologici, delle vasche di ossidazione, dei compressori e dei cicli di dosaggio viene ottimizzata in tempo reale.

Il passaggio è radicale. L’AI è in grado di calcolare in maniera precisa e puntuale le azioni preventive utili a minimizzare gli impatti ambientali e i consumi. Dove fino ad ora si doveva attendere gli alert meteo per poter decidere come modificare la conduzione impiantistica, dopo l’intervento dell’AI si riuscirà a prevedere la pioggia in tempo utile per gestire le criticità. L’intero sistema sarà pienamente operativo entro luglio.

Carlo Baroni