CARLO BARONI
Cronaca

L’Europa e le concerie. Tajani: "Rischiamo un disastro industriale"

ll ministro degli esteri Antonio Tajani si è fatto carico di un’urgenza della conceria italiana che guarda con grande apprensione...

Il ministro degli esteri Antonio Tajani si è fatto carico di un’urgenza della conceria italiana che guarda con grande apprensione al regolamento Ue anti-deforestazione. Regolamento che interessa in maniera importante anche il mondo della concia, in quanto prevede che gli operatori di pelli bovine (a ogni stadio di lavorazione) debbano "geolocalizzare" gli allevamenti considerando l’intero ciclo di vita dell’animale, dalla nascita alla macellazione. Un onere superfluo, dal momento che la pelle non è un driver di deforestazione come dimostrato anche da un recente studio della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Ma soprattutto un onere assolutamente insostenibile: si tratta di informazioni che gli stessi fornitori delle conceria (specie gli extra-europei, che per il settore sono la maggior parte) non sono in grado di raccogliere e di fornire in maniera certificata.

Il ministro, all’esito di un incontro a Roma con Fabrizio Nuti e Piero Rosati, rispettivamente presidente e vicepresidente di Unic – Concerie Italiane, accompagnati da una delegazione di amministratori toscani, ha preso carta e penna e scritto alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen e al Commissario Europeo per il Commercio Maroš Šefčovič, spiegando tutte le ragioni per le quali la "pelle dovrebbe essere spunta" dal regolamento Ue sulla deforestazione o, almeno "dovrebbe essere eliminato l’obbligo di geo localizzazione delle pelli provenienti dai Paesi considerati a basso rischio di deforestazione". "Le medesime materie prime, peraltro, rischiano di essere acquistate da aziende non europee, che lavorano con standard di sostenibilità inferiore – precisa il ministro – per essere conciate al di fuori dell’Ue ed essere vendute anche all’interno del mercato europeo". "E’ di importanza cruciale evitare un disastro industriale – scrive il ministro – e dare un segnale della volontà di mettere la sicurezza e la competitività di un importante settore produttivo europeo, come quello conciario, al centro dell’agenda Ue".

Il problema è di importanza vitale per l’industria conciaria –l’applicazione del regolamento è prevista a fine 2025 – che in Italia dà lavoro a 18mila addetti e rappresenta circa il 65% del settore a livello europeo. Il regolamento, così com’è, finirebbe per favorire le manifatture extra-europee. A danno di un settore di autentica eccellenza.