CARLO BARONI
Cronaca

La svolta idrica per il distretto della pelle: "Cuoiodepur pronta a nuovi investimenti"

L’operazione Tubone per il nuovo acquedotto industriale a servizio del comparto: il punto sulle opere con Borrini e Matteoli

E’ l’inizio del secondo millennio quando viene varato l’accordo di programma con il ministero dell’ambiente: un disegno complessivo da 143 milioni - di cui 54 per interventi sugli impianti conciari – che punta a riorganizzare i sistemi fognari e depurativi del Basso Valdarno e della Valdinievole, creando il nuovo acquedotto industriale a servizio del distretto della pelle. Un’operazione complessa, avviata in lotti funzionali, che ha dovuto fare i conti con un mare di burocrazia e alcuni ritardi. Si chiama Tubone, ed è un maxi-collettore fognario lungo 24 chilometri, realizzato in ghisa e con un diametro di 900 millimetri. Le opere sono ora ad una fase decisiva. Il Consorzio Cuoiodepur di Ponte a Egola (guidato dal presidente Michele Matteoli) - impianto fondamentale per il mondo della conceria - è in perfetta sintonia con il programma. Ed è pronto a giocare il proprio ruolo strategico nell’operazione, come spiega l’amministratore delegato di Cuoiodepur Angelo Borrini. L’impianto, di fatto, sarebbe pronto a distribuire l’acqua ottenuta dal trattamento altamente tecnologico dei reflui civili dall’inizio del 2021, quando è partita una prima nuova linea di trattamento biologico a membrane dei reflui civili che è frutto di un investimento di oltre 2 milioni di euro. Una linea importante - possibile grazie un bioreattore a membrana che dà all’impianto una capacità di trattamento complessiva pari a 2,5 milioni di metri cubi all’anno di reflui civili - non solo per incrementare la capacità di trattamento dei reflui civili provenienti da aree urbane limitrofe, ma è il passo strategico per il riutilizzo dell’acqua depurata all’interno dell’area industriale di Ponte a Egola. "Del resto è proprio questo uno degli obiettivi importanti del Tubone - dice Borrini - . I prossimi anni vedranno la realizzazione di altre nuove linee che a regime consentiranno di trattare nel complesso circa sei milioni di metri cubi di reflui civili provenienti dall’Empolese".

I due depuratori del Cuoio, Aquarno e Cuoiodepur, sono infatti i capisaldi dell’intera operazione. In campo, ci sono pubblico e privato. Con i conciatori ci sono Acque Spa, Regione Toscana, Autorità Idrica Toscana, Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno e amministrazioni comunali.  Cosa resta da fare? "Cuoiodepur ha completato il primo stralcio progettuale, con l’esecuzione di tutte le opere previste, con un investimento di 11 milioni di euro", spiega Borrini. Gli occhi ora sono puntati sul secondo stralcio: una partita che si gioca sul terreno insidioso dei costi enormemente lievitati. I finanziamenti pubblici, infatti, sono fermi alle stime del 2004 quando la previsione era di 15,66 milioni di euro di cui 11,6 a carico della parte pubblica e oltre 4 per mano dei privati. Ora le stime attualizzate ammontano a quasi 32 milioni dovuti anche ai maggiori costi energetici e dei materiali, con 21 milioni ancora da realizzare.

"Abbiamo i progetti esecutivi ed un nuovo crono programma coordinato con i lavori di convogliamento degli scarichi dell’Empolese – conclude Borrini –. E’ chiaro che alla luce del mutato quadro economico i conciatori non possono farvi fronte da soli. Tuttavia alla luce dell’importanza di quest’opera noi ci siamo impegnati per un investimento di ulteriori 10 milioni". I tempi sono stretti: lavori ultimati a fine 2027. Poi se si troveranno le risorse necessarie seguirà la realizzazione dell’acquedotto industriale da ultimare a metà 2028, e il completamento dell’intero progetto a fine 2029. E si chiuderà un cerchio strategico. Quello del recupero dell’acqua. "Il Tubone – dice il presidente Matteoli – è un’opera fondamentaòe per la depurazione civile e industriale con ricadute importanti sul territorio, e perché farà del nostro distretto un modello di sostenibilità".

Carlo Baroni