
Dopo Cecina chiude Colle Val d’Elsa, un enorme disagio a livello di costi e distanze siderali "Vari spiragli di apertura ma dopo oltre un anno non si ha una conferma di riapertura".
Due allevatori che si fanno coro di un’unica protesta: la chiusura del mattatoio di Colle Val d’Elsa che si traduce in un enorme disagio a livello di costi, divenuti insostenibili, per le distanze siderali. Da Valdicecina e Val di Cornia fino al mattatoio di San Miniato, macinando 240 km. E ora arriva una lettera con la ricostruzione di Ivana Forabosco, allevatrice di ovini di razza Pomarancina, nonché vice presidente del Consorzio Agnello Pomarancino e referente Slow food della razza Pomarancina. Alla sua voce, si unisce quella di un’altro allevatore, Ivan Salvini di Campiglia Marittima, alla testa del Consorzio Agnello Pomarancino. In soldoni, la problematica pone radici nel 2019 con la chiusura del mattatoio di Cecina e si riverbera con la serrata del mattatoio di Colle Val d’Elsa nell’ottobre 2023.
Ecco la lettera degli allevatori. "Nella struttura di Colle Val d’Elsa confluivano allevatori della Val di Cornia passando per la Valdicecina, fino a quelli della Val d’Elsa Senese. Siamo costretti a spostarci a San Miniato, con distanze anche di 120 km per andare ed altrettanti per tornare come nel mio caso (la voce di Forabosco, ndr) che parto da Lustignano, ultimo lembo di terra del Comune di Pomarance, non avendo altre alternative per la macellazione dei nostri animali. Siamo un Presidio e vien da sé che abbiamo piccoli numeri e i costi che si devono sopportare per i trasporti al mattatoio sono molto alti sia per l’andata che per le consegne di ritorno delle carcasse". Il mattatoio di Colle, quindi, come una struttura di riferimento importante e strategica che serviva una zona molto vasta che va dal mare alle colline senesi. "Da un punto di vista logistico difficile da gestire, ma che permetteva un po’ a tutti di lavorare con continuità e con costi più adeguati. Citiamo - incalza la lettera di protesta - anche gli allevatori di Colle di Cinta senese, allevatori di bovini e ovini che sono costretti a spostarsi verso Cortona e San Miniato, con un notevole incremento di spesa di trasporto. Da quando è chiuso il mattatoio di Colle Val d’Elsa abbiamo auspicato un intervento delle associazioni di categoria e delle amministrazioni comunali e dopo vari spiragli di apertura, a distanza di oltre un anno, non si ha una conferma di riapertura . Si vuole, ed è un mantra spesso ripetuto, dare forza e spinta di valorizzazione alle piccole realtà locali, ai progetti di filiera corta, ai progetti che mirano a promuovere il territorio con le sue caratteristiche e le sue eccellenze. Altrettanto necessario è cercare di permettere a noi allevatori di usufruire di servizi e di strutture necessarie per poter continuare le nostre attività, già comunque appesantite da altri problemi, ed è sufficiente citare predazioni e burocrazia. Crediamo di rappresentare il pensiero di molti allevatori ma vogliamo esprimere un forte e personale disagio, oltre a disappunto, per una situazione che si protrae da oltre un anno, sperando in una soluzione nel più breve tempo possibile".
Ilenia Pistolesi