GABRIELE NUTI
Cronaca

Ambulanza contromano sul ponte: "Va installato semaforo a chiamata per i mezzi di soccorso e di polizia"

Il problema sollevato dall’opposizione Adesso Calcinaia che ribadisce la proposta avanzata nei giorni scorsi. Fratelli d’Italia, con Becherini e Venanti, chiede una "migliore organizzazione dei cantieri dilazionandoli".

CALCINAIAAmbulanza contromano sul ponte di via Giovanni XXIII. E’ successo ieri mattina. E l’opposizione Adesso Calcinaia ribadisce "la necessità di installare un semaforo a chiamata per i mezzi di soccorso". "Ieri mattina un’ambulanza è stata costretta a procedere contromano sul ponte di via Papa Giovanni XXIII, mettendo in evidenza in modo inequivocabile le criticità della viabilità sul nostro territorio – spiegano i consiglieri di Adesso Calcinaia – La nostra proposta di installare un semaforo che consenta ai mezzi di soccorso di percorrere il ponte in senso contrario all’attuale flusso di marcia è una misura di puro buonsenso. Un’ambulanza costretta a procedere contromano per guadagnare tempo prezioso non è accettabile. L’amministrazione comunale dia finalmente seguito alla nostra proposta. Un semaforo è una soluzione semplice, concreta e attuabile da subito, che può fare davvero la differenza nelle situazioni di emergenza". Come noto sul ponte di via Giovanni XXIII sono in corso i lavori del secondo lotto per il consolidamento dell’infrastruttura che è l’unica del genere ad essere di proprietà del Comune. La concomitanza dei lavori sul ponte della Botte, che è percorribile a senso unico San Giovanni-Fornacette – mentre il ponte di Calcinaia è percorribile in direzione Pontedera-Calcinaia – sta causando disagi. Come sottolineano gli esponenti di Fratelli d’Italia di Calcinaia Matteo Becherini ed Elisa Venanti. "Come la Mesopotamia, antica ’terra tra due fiumi’, oggi potremmo definire Calcinaia una terra sospesa tra due ponti – dicono Becherini e Venanti – Un paragone ironico, se la situazione non fosse così grave per cittadini, famiglie, lavoratori e attività economiche. La sicurezza viene prima di tutto, e questo è indubbio. Ma ci chiediamo se fosse possibile organizzare meglio i lavori, magari dilazionandoli nel tempo per ridurre l’impatto sulla vita quotidiana dei cittadini. Affrontare un anno e mezzo di cantieri è una prospettiva difficile, soprattutto considerando che già il ponte della Botte è fermo in un limbo, senza date certe di conclusione. Dietro a questi cantieri, non ci sono solo ruspe e cemento. Ci sono famiglie che devono organizzare la propria vita, attività commerciali che rischiano di vedere crollare gli incassi, cittadini costretti a fare i conti con traffico, code e stress quotidiano. Cosa accadrà a settembre? Le manutenzioni straordinarie devono certo garantire la sicurezza, ma anche essere compatibili con la vita quotidiana delle persone".