Keu e rebus bonifiche Il caso al Consiglio di Stato

Il Comune ha deciso di appellare con richiesta di sospensiva la sentenza del Tar. Al centro del duello restano le ordinanze sindacali di "rimozione e smaltimento".

Keu e rebus bonifiche  Il caso al Consiglio di Stato

Keu e rebus bonifiche Il caso al Consiglio di Stato

di Carlo Baroni

Il Comune di Pontedera non si ferma. E impugna la sentenza del Tar al Consiglio di Stato con richiesta di sospensiva. "Se non arriverà la sospensiva, prima della discussione nel merito – dice il sindaco Matteo Franconi – valuteremo quali ulteriori passi fare, sicuramente ci confronteremo con la Regione". La questione sul tavolo è quella del Keu. La sentenza del Tar ha stabilito che lo smaltimento non spetta ai privati.

E quindi ha stabilito che Green Park e Asso Costruzioni non sono responsabili per l’uso legittimo di un materiale certificato come regolare, il Keu (finito al centro di uno scandalo e di un inchiesta della procura). Si tratta del Keu che usciva dall’impianto Aquarno di Santa Croce e veniva conferito dal 2012 alla ditta Lerose che provvedeva a riciclarlo accompagnato da regolari certificati. E’ così che è finito in decine di cantieri, pubblici e privati, prima di rivelarsi – stando alle indagini – contaminato. "La Asso Costruzioni ha riposto un legittimo affidamento sulla veridicità e sull’esattezza delle certificazioni – hanno scritto i giudici amministrativi della Toscana nella sentenza –; ipotizzare come doveroso qualsiasi ulteriore onere di verifica travalicherebbe l’ordinaria diligenza richiesta alla società la quale ha utilizzato un prodotto, fino a prova contraria, lecito e liberamente circolante sul mercato, senza poter immaginare che lo stesso costituisse in realtà un rifiuto in quanto non rispondente a determinati parametri chimici e normativi".

Stesso discorso, secondo il Tar, vale – lo ricorriamo – per la società Green Park, "la quale anch’essa poteva ragionevolmente ritenere legittimo l’impiego del Keu per la realizzazione della pista di cantiere, in quanto la conformità del prodotto alla normativa sul recupero dei rifiuti risultava certificata da idonea documentazione". Il Tar ha accolto i ricorsi delle due società contro le ordinanze del Comune di "rimozione e smaltimento". La giunta Franconi, "tenuto conto anche delle verifiche effettuate – si legge nel documento – ritiene necessario proporre appello dinanzi al Consiglio di Stato, con sospensiva cautelare, avversando le motivazioni che hanno portato all’annullamento delle ordinanze sindacali di rimozione e smaltimento dei rifiuti adottate".