Sono circa cento le persone che ieri pomeriggio hanno partecipato al sit in organizzato in piazza Cavour a Pontedera dal coordinamento Valdera Avvelenata. Il presidio si è svolto all’interno di un tranquillo pomeriggio di shopping con l’unica particolarità della cospicua presenza degli uomini e delle donne delle forze dell’ordine a circondare la piazza. Un’iniziativa che probabilmente si sarebbe potuta svolgere anche in contemporanea con quella organizzata da Confesercenti e dedicata a bambini e famiglie appassionati di Cosplay. Nelle scorse settimane, infatti, l’associazione di categoria ha deciso di cancellare l’appuntamento già in programma proprio a causa della presenza del presidio. Il sit in, sotto palazzo Stefanelli, è stato ideato da chi da mesi chiede la bonifica dei terreni inquinati dal keu. Una battaglia che nel tempo ha inglobato altre realtà e altre battaglie come la riapertura della discarica della Grillaia a Chianni, la base militare a Coltano e alla ex tenuta Isabella ma anche il piano regionale dei rifiuti e infine i piani di lottizzazione al Chiesino. Un movimento contrario alla cementificazione e alla militarizzazione.
Il tema principale del keu è sfumato in altre questioni al centro del dibattito locale, nazionale e internazionale. Molti interventi hanno riguardato la guerra tra Israeliani e Palestinesi, molti altri la tutela del territorio. Tra le proposte lanciate al microfono l’idea di una grande manifestazione che possa uscire dai confini della Valdera. E addirittura una sorta di appuntamento annuale per ripetere e magari far crescere quel corteo che all’inizio del 2023 ha visto sfilare proprio a Pontedera oltre 600 persone. In piazza si distinguono alcune bandiere di sigle politiche: Movimento Cinque Stelle, Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista. E poi tante associazioni Anpi, Tat Montefoscoli, La Rossa di Lari, comitati studenteschi e i movimenti no base di Pontedera e Pisa e Usb. Durante il presidio è stato allontanato Matteo Bagnoli, capogruppo di Fratelli d’Italia, da alcune partecipanti, "colpevole" di aver attraversato la piazza senza bandiere né simboli di partito ma di essersi fermato a parlare con i giornalisti presenti.