
Il premio al sopravvissuto. Strage del Duomo, il testimone. Superbi si racconta al MuMe
Una testimonianza che vale un premio. Camillo Superbi, classe 1929, nell’estate del 1944 era a San Miniato, sfollato dalla sua Firenze assediata dai bombardamenti. "Ero venuto con mia mamma e le mie sorelle per sfuggire ai cannoneggiamenti; dapprima andammo ad abitare in una abitazione in Piazza Buonaparte e successivamente in via Maioli, nella casa di donna Briccola". "Qualche giorno dopo la consegna della cittadinanza onoraria alle vittime della strage del Duomo, i figli di Camillo, Stefano e Francesca, ci hanno contattati dicendo che il padre era in Duomo quel 22 luglio 1944 e che aveva ricordi vividi di quella giornata tremenda, ricordi che voleva condividere con noi - spiegano il sindaco di San Miniato Simone Giglioli e l’assessore Loredano Arzilli -. Lo abbiamo quindi invitato a venire a trovarci, per mostrargli il nostro Museo della Memoria e ascoltare il suo vissuto". Ad accoglierlo, oltre agli amministratori, e le memorie storiche del passaggio della guerra a San Miniato, Beppe Chelli e Giorgio Morelli, che hanno voluto ascoltare il suo racconto e condividere con lui i loro ricordi. "La mattina del 22 luglio i tedeschi sono venuti a chiamarci e ci hanno detto che dovevamo andare in Duomo - racconta Superbi -. Sentivamo i fischi delle bombe che passavano sopra al Duomo, poi ad un certo punto abbiamo sentito un boato, le urla delle persone e tanta polvere, e in un attimo intorno a noi c’erano feriti, morti, persone che scappavano". Dopo la guerra Camillo tornò subito a Firenze. Al termine dell’incontro gli amministratori hanno donato a Camillo Superbi una medaglia della Città di San Miniato, per ringraziarlo della sua testimonianza, raccolta in un documento video di Daniele Benvenuti".
C. B.