Il Comune batte cassa e chiude lo stadio

Il Comune batte cassa  e chiude lo stadio

Il Comune batte cassa e chiude lo stadio

Non paghi? E allora io ti lascio fuori. E’ una logica riscontrabile in qualsiasi situazione e alla quale si è trovata costretta, suo malgrado, l’amministrazione comunale di Ponsacco, che domani potrebbe lasciar chiusi i cancelli dello stadio Comunale di Viale della Rimembranza. La società "morosa", attenzione, è solo l’Fc Ponsacco 1920 del presidente Walter Bonfiglio e che milita nel campionato di Promozione, mentre la restrizione non riguarda la Mobilieri Ponsacco, che invece si esibisce nel torneo di Serie D, né le società degli amatori e del settore giovanile, tutte in regola con i pagamenti. E’ giusto ribadirlo perché sulla vicenda si rischia di generare confusione. Come ad esempio sul motivo per il quale il funzionario dell’ufficio sport è arrivato ad emettere questo provvedimento e che è il seguente: l’Fc Ponsacco 1920 non avrebbe (il condizionale per adesso è d’obbligo) pagato la tariffa del mese di gennaio (e quella di febbraio è prossima…) per l’utilizzo dell’impianto, e nonostante ripetute sollecitazioni da parte dell’amministrazione la società rossoblu non avrebbe mostrato volontà di dialogare.

Da qui la decisione dello stop, che riguarda sia la prima squadra che la formazione juniores, nonostante che si parli di cifre veramente irrisorie: 500 euro al mese, in base a quello che è il tariffario comunale per impieghi simili, cifra comprensiva dell’uso delle luci artificiali per gli allenamenti che l’Fc e la juniores svolgono in notturna e le gare, tutti impegni che, di fatto, tenevano vivo l’impianto per almeno 5 giorni alla settimana con consumi importanti. Il divieto d’ingresso, ecco un altro aspetto da specificare, vale solo per gli allenamenti e non per le partite ufficiali, questo per evitare che il club possa andare incontro a multe. Un modo per impedire che domani i cancelli del Comunale siano davvero chiusi ci sarebbe: ossia che tra oggi e domani la società di Bonfiglio emetta il bonifico.

Stefano Lemmi