
di Luca Bongianni
Sciolti tutti i dubbi, il Cenaia il prossimo campionato di Serie D lo giocherà davanti ai suoi tifosi. Quei tifosi del paese che durante la stagione calcistica appena conclusa hanno trascinato i ragazzi di mister Macelloni a vincere il campionato di Eccellenza, conquistando la promozione nella categoria superiore. Lo stadio Favilli-Pennati non era certo uno dei migliori impianti sportivi della categoria e per questo destava preoccupazione.
Ma ieri, al termine della riunione tra società e amministrazione comunale, si sono definiti tutti gli interventi in modo da permettere al Cenaia di giocare il suo campionato di Serie D in casa. Nei giorni scorsi era arrivato il via libera dalla Commissione della Figc, arrivata apposta da Roma, a cui sono seguiti gli incontri con la prefettura, il sindaco e il comandante della polizia locale. Quindi la riunione di ieri pomeriggio con i dirigenti arancioverdi per definire gli interventi.
"Siamo felici di poter adeguare lo stadio alla Serie D perché i ragazzi ed i dirigenti sono stati bravi e si sono meritati questa bellissima promozione – ha detto il sindaco Thomas D’Addona –. Abbiamo fatto il conto e la cifra, di qualche decina di migliaia di euro, è alla nostra portata e non ci fa alterare il nostro piano delle opere (tra cui le più importanti lo spazio festa a Laura, il parcheggio dietro la chiesa di Cenaia e il completamento delle opere a Lavoria)". Corsa contro il tempo quindi per arrivare pronti al via del prossimo campionato di Serie D con lo stadio rinnovato. In estate i ritmi saranno serrati per compiere questi piccoli interventi tra cui una nuova tribuna con il suo accesso, alzare le recinzioni, realizzare nuovi accessi di sicurezza, un secondo bagno ecc. Lavori che il Comune porterà avanti in collaborazione con la società. Solo in alcune partite, quelle per le quali è previsto l’arrivo di tifoserie di 1.5002.000 persone, come Livorno o Grosseto, si chiederà ospitalità al Cascina. "Perché deve prevalere la sicurezza pubblica – assicura D’Addona –. Ma un conto è spostarsi tutto il campionato, un altro giocare fuori solo una o due partite".