Schianto contro il bus: addio a Gilberto Biasci

Aveva 32 anni ed era stato anche collaboratore de La Nazione

I soccorritori mentre portano via l’autista ferito (fotoservizio Germogli)

I soccorritori mentre portano via l’autista ferito (fotoservizio Germogli)

Pontedera, 1 marzo 2019  - E' morto a fianco della propria auto che stava andando a fuoco. Sbalzato fuori dalla Panda mentre il fumo stava velocemente annunciando le fiamme. E’ finita così la vita di Gilberto Biasci, 32enne, figlio dell’ex sindaco di Lari Paolo Biasci ed ex collaboratore de La Nazione, poco prima delle 20, in via America a Pontedera, quando la sua auto si è scontrata, per cause in corso di accertamento, con un pullman di linea. Un impatto micidiale, tanto che i pezzi dell’auto erano disseminati nel raggio di oltre una cinquantina di metri sulla carreggiata.

A nulla sono valsi i soccorsi immediatamente attivati dalla centrale operativa del 118 che ha inviato sul posto medico e ambulanza, mentre sul luogo del sinistro confluivano le pattuglie dei carabinieri della compagnia di Pontedera e i vigili del fuoco dei distaccamenti di Cascina e Castelfranco. In una manciata di secondi le fiamme si sono alzate devastanti, divorando la macchina rimasta alla fine solo uno scheletro informe di lamiere.

Ci sono voluti alcuni minuti ai vigili del fuoco per sedare l’incendio e rimettere in sicurezza l’area del soccorso. Anche se per il 32enne non c’era più nulla da fare. La dinamica è al vaglio dei carabinieri che hanno immediatamente dato avvio ai rilievi di rito e di legge. L’incidente è successo nel tratto rettilineo della strada. Il conducente del bus, rimasto comunque ferito, non sarebbe in gravi condizioni, anche se è stato portato sotto choc al pronto soccorso dell’ospedale «Lotti» di Pontedera per gli accertamenti del caso. L’uomo infatti è stato estratto dalle lamiere dai vigili del fuoco.

Quale possa essere stata l’origine della tragedia potranno stabilirlo, appunto, soltanto l’esito dei rilievi e dei riscontri: la posizione dei veicoli, la possibile velocità quantificabile anche dai segni di frenata, la tipologia di impatto tra i mezzi. All’origine del sinistro potrebbero esserci, infatti, sia la velocità che una manovra azzardata.

Alla luce dell’avvenuto decesso del conducente della Panda, i carabinieri hanno provveduto a informare il magistrato di turno della procura della Repubblica di Pisa, ed hanno proceduto al sequestro dei mezzi. Il traffico è rimasto a lungo bloccato in entrambi i sensi di marcia.