REDAZIONE PONTEDERA

"Fu un grande ingegnere" Lo zibaldone di casa Mati

Donato alla biblioteca il diario del progettista del porto di Livorno. Le memorie del ponsacchino sono stare ripubblicate dalla bisnipote.

"Fu un grande ingegnere" Lo zibaldone di casa Mati

PONSACCO

Nelle pagine dello Zibaldone di casa Mati è raccontata la storia di una famiglia toscana di metà Ottocento, ci sono i tumulti risorgimentali e i progetti ingegneristici di grandi opere come l’ampliamento del porto di Livorno o i lavori al canale di Suez. Da un capitolo all’altro si passa dal raccontare la morte di un parente a quella di Camillo Benso Conte di Cavour. Una sorte di diario dove la storia con la S maiuscola si incrocia con gli avvenimenti privati. L’autore del libro è Tommaso Mati e ieri mattina la sua bisnipote Nicla Mati ne ha donato una copia alla biblioteca di Ponsacco. Città dove Nicla ha vissuto e insegnato francese.

"Grazie Nicla a nome della nostra biblioteca e della nostra comunità – hanno detto la sindaca Francesca Brogi e l’assessora Stefania Macchi –. Con questa preziosa donazione si arricchisce il patrimonio librario, storico e culturale della biblioteca di Ponsacco. Da oggi chi vorrà leggere la vita di questo grande ingegnere, studiarne le opere e respirare ciò che è stato il Risorgimento italiano ha a disposizione un nuovo strumento. Grazie per aver custodito queste memorie". Rino Salvestrini, nella prefazione riassume le vicende biografiche di Mati. Si laurea a Pisa in Scienze fisiche e matematiche, lavora per la strada di Monte S. Savino e per quella di Roccastrada "con l’incontro nei boschi di un disertore austriaco – si legge – che volle essere condotto da Garibaldi che in zona cercava un porto per partire per l’America dopo la disfatta della Repubblica Romana". Nel 1852 Mati a Livorno dove lavora per anni all’ampliamento del porto con il francese Poirel. È stato poi membro della Commissione Internazionale per la verifica dei lavori del Canale di Suez, con sopralluogo e partecipazione alle feste per l’apertura. "Sapevo da sempre dell’esistenza di questo libro – racconta Nicla Mati – poi, dopo aver trovato una copia in rete, ho contattato il curatore che, a sua volta, aveva trovato la copia da un antiquario. Così lo abbiamo trascritto e pubblicato. Da cittadina di Ponsacco la prima copia ho voluto donarla qui, nelle prossime settimane ne donerà una copia a Livorno, dato il riferimento ai lavori del porto, all’università di Pisa dove il mio bisnonno si è laureato e ad Arezzo, sua città natale".