
La Squadra Mobile di Pisa nel casolare di Orentano dove fu trovato il corpo della ragazza
Orentano (Pisa) , 1 marzo 2022 - Domani l’omicidio di Khrystyna Novak avrà una prima verità processuale. Nel pomeriggio Francesco Lupino, 49 anni, tatuatore e vicino di casa della ragazza a Corte Nardi, reo confesso del delitto, sarà davanti alla corte d’assise.
Le parti civili sono pronte a replicare, se lo farà il pm Egidio Celano: l’avvocato Gabriele dell’Unto per il fidanzato della ragazza, Airam Gonzales, e l’avvocato Daica Rometta per l’associazione Penelope. Poi la corte si ritirerà per la sentenza.
Khrystyna Novak, 29 anni, è la ragazza ucraina scomparsa da casa il 31 ottobre 2020, il cui corpo fu trovato sette mesi dopo, nel vecchio casolare dove Lupino lo aveva gettato dopo averlo impacchettato con cellophane e cartone, devastato dai roditori.
Il pm ha chiesto 30 anni di carcere riconoscendo delle attenuanti all’imputato, assistito dall’avvocato Antonio Berti che ha chiesto per il suo assistito il minimo della pena: l’avvenuta confessione del fatto che ha consentito di mettere la parola fine alla vicenda, il riscontro offerto consentendo agli inquirenti della Squadra Mobile di rinvenire il bossolo che aveva nascosto, il consenso all’acquisizione del fascicolo d’indagine permettendo un processo rapido, evitando di far sfilare decine di testimoni con dispendio di tempo e di denaro per la macchina della giustizia.
Una serie di elementi che hanno risparmiato a Lupino la richiesta dell’ergastolo da parte della pubblica accusa. Il movente? Su questo l’avvocato Dell’Unto era andato a fondo durante la discussione. "Khrystyna era il soggetto scomodo rimasto (dopo aver incastrato il fidanzato con una soffiata) – aveva sottolineato il legale –. Quella che sapeva tutto, quello che aveva spinto il fidanzato ad interrompere i traffici illeciti che aveva messo in piedi con Lupino".
Nessun dubbio per la parte civile neppure sulla dinamica: "Entrò in casa all’improvviso e la uccise a sangue freddo. Ha detto di aver fatto tutto da solo? Mente". Di questo ne è convinto anche il pm: "La pulizia della casa così profonda non è fatta da una persona sola. Ma non lo sapremo mai". Quindi se il pm replicherà lo faranno anche le parti civili per parlare ancora alla corte prima che si chiuda nella camera di consiglio.
I processi non sono finiti per Lupino. Il giorno dopo è di nuovo davanti al giudice per il rito abbreviato nel processo separato per detenzione di armi e marijuana coltivata e venduta.
Carlo Baroni