
La salma di Khrystyna Novak è ancora a Pisa. La madre Inna, dopo mesi di disperazione e incredula che quel corpo fosse davvero della 29enne, ha avviato le pratiche per riportarla in Ucraina. Intanto oggi Francesco Lupino, 49enne tatuatore, va in Corte d’Assise a Pisa a un anno esatto dalla morte della ragazza che era arrivata in Italia da pochi mesi e che per un certo periodo aveva vissuto anche a Montecatini. La 29enne, secondo la ricostruzione confermata dalla confessione di Lupino, fu uccisa il 2 novembre. Non era scomparsa né fuggita dopo l’arresto del fidanzato Airam Gonzales, imprenditore delle pelli, finito nei guai per armi e droga. Era stata uccisa dal vicino di casa e il suo corpo era stato gettato in un vecchio casolare abbandonato. Lupino l’aveva uccisa, secondo la procura, tra le 22,35 del 1° novembre e il mattino del 2: le sparò un colpo di pistola con la Tanfoglio nera calibro 9x21 che abitualmente portava fuori dalla propria abitazione. Delitto consumato sotto l’effetto di un mix di grappa e cocaina. Fu un colpo mortale, a circa un metro di distanza, all’occhio destro mentre la giovane era vicina alla porta secondaria di casa.
Perché il tatuatore uccise la ragazza dell’uomo con cui aveva condiviso affari illeciti? Successe dopo un’accesa discussione tra i due, quando Khrystyna, sospettando che la telefonata al 112 che aveva messo nei guai Gonzales fosse stata effettuata da Lupino, disse a quest’ultimo che avrebbe raccontato le cose alla sua compagna, le avrebbe detto di un festino e che il tatuatore aveva ripreso a far uso di cocaina.
Il pm Egidio Celano (nella foto) contesta al 49enne l’aggravante dei futili motivi e quello di aver commesso il fatto sotto l’effetto di alcol e stupefacenti. Rischia l’ergastolo. Il difensore Antonio Bertei chiederà il rito abbreviato, anche se con le aggravanti, Lupino non può essere ammesso al rito alternativo. La richiesta gli consentirà però, se le aggravanti dovessero cadere, di ottenere i benefici dell’abbreviato in termini di pena.
Carlo Baroni