REDAZIONE PONTEDERA

Delitto, genetista all’opera su armi e tracce ematiche

Morte di Checcucci, nuovi accertamenti dopo che. Luigi Cascino ha confessato. e ha fatto ritrovare le armi

Analisi su armi e vestiti (sangue, Dna, impronte). E’ l’ulteriore step dell’indagine della Procura di Pisa – coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica Fabio Pelosi – sul delitto dell’argine di Castelfranco. La Procura ha convocato le parti ieri mattina per la nomina di un genetista che farà ulteriori gli accertamenti resi necessari dopo che Luigi Cascino, 55 anni di Fucecchio – assistito dagli avvocati Antonio e Andrea Cariello – ha fatto ritrovare le armi con cui ammesso di aver ucciso Roberto Checcucci (nella foto), il vicino di casa. L’uomo, sposato con figli, dopo quasi un mese di carcere, nel dicembre scorso, ha ammesso di essere stato lui ad aggredire Checcucci il 27 settembre scorso, intorno alle 11, a Castelfranco: "Sono stato io a colpire Roberto", scrisse su un foglio consegnato ai suoi legali e destinato al magistrato. Aggiungendo che le armi che gli inquirenti ritenevano essere state quelle del delitto – coltello da cucina e calcio del mazzuolo sequestrati all’indagato, nell’armadietto del lavoro, la mattina del suo arresto – non erano quelle utilizzate per l’aggressione. Cascino, sposato con figli, a quel punto dette le indicazioni precise su come trovarle. Poco distante dal punto esatto in cui fu ritrovato il corpo senza vita del 55enne furono così trovate le armi indicate dall’indagato: un coltello a scatto, o a serramanico ed uno svita bulloni, appoggiati su un tronco seminterrato. Nel biglietto in cui il 53enne ammise l’omicidio non c’era alcun cenno al movente. Che resta quello, per ora, che ha "guidato" gli investigatori alla soluzione del giallo: la guerra di vicinato, in piedi da anni, con il fratello della vittima. Gli accertamenti disposti ieri potrebbero essere l’ultimo atto dell’indagine lampo con cui Porcura e carabinieri hanno risolto il delitto.

Carlo Baroni