Sotto la lente ci sono ancora impronte e tracce di Dna. Dell’indagato del delitto come della vittima. Tracce e riscontri sulle armi, sia quelle sequestrate al momento dell’arresto di Luigi Cascino, 55 anni, di Fucecchio, reo confesso dell’omicidio di Roberto Checcucci, sia su quelle che lo stesso indagato ha fatto ritrovare. Le impronte della vittima – operazione che sarebbe affidata al Ris – potrebbero delineare ulteriori contorni della colluttazione che ci sarebbe stata tra i due, visto anche che Cascino uscì ferito da quell’aggressione. Accertamenti tecnico scientifici affidati dal pm Fabio Pelosi alla genetista forense Spinetti per chiudere il cerchio sul delitto risolto in tempi rapidissimi avvenuto sull’argine dell’Arno a Castelfranco il 27 settembre scorso. Poi, considerato che la misura a carico di Cascino risale al mese di novembre, e alla luce della confessione del delitto, la Procura potrebbe anche procedere con la richiesta del giudizio immediato che porterebbe Cascino direttamente davanti la Corte d’assiste. Cascino, assistito dagli avvocati penalisti pisani Antonio e Andrea Cariello tramite i suoi legali fece recapitare al magistrato un biglietto contenente la confessione "Sono stato io a colpire Roberto". E a quel punto dette anche le indicazioni precise su come trovare le armi che aveva utilizzato per uccidere Checcucci. Poco distante dal punto esatto in cui fu ritrovato il corpo senza vita del 55enne furono così trovate le armi indicate dall’indagato: un coltello a scatto, o a serramanico ed uno svita bulloni, appoggiati su un tronco seminterrato. Nel biglietto in cui il 53enne ammise l’omicidio non c’era alcun cenno al movente. Che resta quello, per ora, che ha "guidato" gli investigatori dei carabinieri alla soluzione del giallo: la guerra di vicinato, in piedi da anni, con il fratello della vittima. In queste settimane è in corso anche un imponente lavoro della difesa per far cadere l’aggravante della premeditazione, ostacolo a qualsiasi possibilità di richiesta di rito alternativo e poterebbe significare per Cascino il massimo della pena prevista dal codice. Gli accertamenti tecnici in corso, appunto, potrebbero appunto delineare anche un nuovo scenario per la difesa.
Carlo Baroni