REDAZIONE PONTEDERA

Crolla il cimitero di Montefalcone

Appello di don Zappolini dell’Istituto sostentamento clero: "Chi può se ne prenda cura e lo renda dignitoso"

Il cimitero di Montefalcone

Castelfranco di Sotto (Pisa), 23 novembre 2021 - Crolla il cimitero di Montefalcone. Il tetto della chiesa è completamente venuto giù. Si vede il cielo, mentre alberi e arbusti sormontano le pareti e la facciata. Nelle cappelline lateralile le buche delle vecchie sepolture sono aperte. Fino a pochi anni fa nel piccolo camposanto sulla collina di Castelfranco c’erano ancora i resti di defunti, qualche lumino acceso e nel periodo intorno al 2 novembre compariva anche qualche mazzo di fiori. Ora non ci sono segni di sepolture, ma solo qualche lapide con i nomi di chi, lassù in mezzo al bosco, ha riposato per decenni. Non ci sono segni evidenti di sepolture. Ma chissà...

Intanto il degrado e l’abbandono sono un colpo al cuore. Qualche anno ancora e di quel cimitero, se nessuno ci metterà mano, rimarranno solo cumuli di mattoni e macerie. Ecco, ma chi dovrebbe metterci mano? Il camposanto di Montefalcone fa parte dei beni che negli anni Ottanta, dopo il concordato Stato-Chiesa, vennero affidati all’Istituto per il sostentamento del clero della diocesi di San Miniato. "Direi impropriamente affidato alla cura dell’Istituto – spiega don Armando Zappolini, vicepresidente del Sostentamento clero – perché essendo un bene di natura pastorale non può, diciamo così, produrre introiti economici come terreni o edifici e quindi non rientra nella cura dell’Istituto. Il cimitero è un luogo di culto, come le chiese, un luogo di grande valenza pastorale".

"Quindi, anche se il camposanto di Montefalcone è iscritto ai beni dell’Istituto, l’Istituto non può farci niente. Non può sistemarlo – conclude don Zappolini – Nei prossimi giorni, l’unica cosa che posso fare, è mandarci qualcuno a ripulire dai roghi e dalla vegetazione. Sono anni che siamo alle prese con questa anomalia. A questo punto, viste le condizioni, mi faccio portavoce di un nuovo appello affinché chi può prendersi a carico questo luogo per sistemarlo e renderlo dignitoso lo faccia al più presto".

g.n.