CARLO BARONI
Cronaca

Casa da demolire, centinaia in piazza per la battaglia dei Cerretini: "Fermeremo le ruspe"

La signora Paola: "Non mi interessano i soldi, io non vado via". Cresce il fronte di sostegno alla famiglia. Nuova udienza il 28 settembre

L’intervento di Paola Cerretini alla manifestazione

L’intervento di Paola Cerretini alla manifestazione

Ponsacco, 26 agosto 2023 – Quasi duecento persone. Molte arrivate anche dai centri limitrofi. Altre da Pisa. Tutti per chiedere che alla famiglia Cerretini venga dato almeno il tempo necessario di conoscere l’esito dei ricorsi ancora in essere. A sostegno di questa famiglia si stanno muovendo comitati, il M5S ha portato il caso in Parlamento, sono stati rivolti appelli a Mattarella, e anche don Armando Zappolini, direttore della Caritas, ha speso parole pesanti per sostenere i Cerretini e la loro battaglia sulla quale pende una sentenza del Consiglio di Stato. Intanto l’udienza che era fissata per ieri è slittata – non si conoscono le ragioni – al prossimo 28 settembre. Ed era un’udienza nella quale sarebbe stato chiesto tempo in attesa dei pronunciamenti sugli altri ricorsi messi in atto dai Cerretini per salvare la casa dalla demolizione i cui termini scadono, appunto, il 3 settembre.

A mobilitare la popolazione è Samuele Ferretti, il ponsacchino in prima linea da mesi sui temi della giustizia e della legalità: "Siamo tanti, ogni giorno di più – dice – e se arriveranno le ruspe noi saremo tutti lì, davanti alla villetta dei Cerretini. Dovranno tirarci via uno ad uno per demolire la casa. Quello che sta accadendo è una vergogna".E’ stato Ferretti a portare i Cerretini a manifestare anche davanti alla Prefettura di Pisa. Ed è sempre stato lui ad accompagnare la famiglia in Soprintendenza.

Paola Cerretini - che era insieme al fratello Paolo – davanti alle tante persone scese in piazza per sostenere la sua battaglia ha detto: "Io non ho un’altra casa, vivo qui, e resto qui – ha spiegato –. L’ho ripetuto a tutti, alle autorità ed ai tanti che mi sostengono. Non mi interessa il risarcimento del danno e comprarmi una bella villa, io voglio la mia casa, quella che ho costruito e ci resto dentro, fino alla fine". "Non me la sento di traslocare e di lasciarla sola in attesa che la buttino giù – aggiunge la signora Paola –. Qui c’è tutta la mia vita, ci sono le mie cose. Mi ci seppelliscano, ma non mi sposto di un passo. Vorrei sapere cosa ho fatto di male".

“Anche a mio fratello ho spiegato questi sentimenti – conclude la signora Paola –. Non porto via mobili, non sposto le cose che mi appartengono. Questa è la mia casa, costruita con sacrifici e rispettando i permessi che ci avevano dato. Se la buttano giù lo faranno con me dentro". Il tempo, intanto, corre. Anche se è chiaro che i tempi tecnici da qui al 3 settembre non ci sono per arrivare alla demolizione. Ma la spada di Damocle resta. Insieme ad un filo di speranza che alla prossima udienza il Consiglio di Stato, che sulla vicenda è era stato lapidario, conceda almeno il tempo che in tanti, da giorni e giorni, stanno chiedendo.