
Lionello Briganti vuole scoprire la verità
Pontedera, 26 gennaio 2019 - Un fatto che ha scosso la sua coscienza a tal punto da subire un forte trauma a livello psicologico e una volontà di capire come possa essere nata una vendetta, una crudele ritorsione che condusse all’uccisione di dieci cani su undici. Un solo sopravvissuto al micidiale veleno per topi utilizzato per sterminare i poveri pastori tedeschi. Sono trascorsi dieci mesi e Lionello Briganti, notissimo titolare del ristorante che porta il suo cognome a Firenze Rifredi, in piazza Giorgini, vuole andare fino in fondo e, se sarà possibile, ingaggerà un investigatore privato.
Una specie di Cold Case, riferito ad animali innocenti. Il fatto accadde nella tenuta di Briganti a Villa Campanile, a pochi chilometri da Orentano, nel Comune di Castelfranco di Sotto. Certo, è trascorso molto tempo, ma prima l’imprenditore ha ovviamente atteso tutto l’iter ufficiale delle indagini che furono avviate.
Per il momento non ci sono colpevoli. «Animali inermi trucidati in quel modo, destinati a soccombere dopo incredibili sofferenze – dichiara il commerciante – per una situazione che mi ha creato problemi di salute. Sì, perché quelle bestie per me e per la mia famiglia erano importanti. Undici esseri adorabili. Volevo regalarne alcuni, ma i miei amici non potevano tenerli. Siccome non li volevo vendere, avevo tenuto tutta la cucciolata. Morti in maniera terribile. Da film dell’orrore. Per questo ho deciso di tentare, può darsi che non si possa fare niente, ma contatterò una agenzia specializzata. Se ci fosse la possibilità di trovare la verità ne sarei sollevato. Le moderne tecnologie magari possono dimostrare qualcosa. Chissà».
Massimo Stefanini