REDAZIONE PONTEDERA

Aquarno volta pagina dopo lo scandalo Keu

Eletto il nuovo Cda che dovrà guidare nel futuro la struttura strategica per il distretto: Ilaria Nieri, sanminiatese, è il nuovo presidente

Dopo lo stancalo Keu, Aquarno volta pagina. Una scelta apparsa inevitabile già all’indomani dell’operazione del carabinieri forestali, nell’aprile scorso, quando su disposizione della procura antimafia di Firenze procedettero con arresti e sequestro a Santa Croce, nell’ambito dell’inchiesta su traffico illecito di rifiuti e corruzione nel distretto. Un’inchiesta che ha investito in pieno l’impianto che è vitale per le aziende conciarie ed è uno degli impianti di depurazione più grandi in Europa. Un vero e prorio choc per il comparto della pelle e del cuoio alle prese con due anni di durissima crisi. Tre mesi di riunioni e valutazioni hanno portato ad un rinnovamento totale del Cda a cui affidare il compito di prendere in mano le sorti della struttura, lasciando alle carte giudiziarie e agli inquirenti le valutazioni su ciò che eventualmente è stato, e per proiettare l’azione in un futuro in cui le imprese hanno bisogno di assoluta tranquillità ed efficienza per cogliere la ripresa dopo la pandemia.

Il nuovo presidente di Aquarno è una professionista sanminiatese: Ilaria Nieri, ingegnere (nella foto), che, tra altri incarichi, per due legislature è stata nel Cda di San Miniato Promozione. Al suo fianco, nelle vesti di vice arriva il dottor Paolo Mori. Compongono il consiglio d’amministrazione: l’avvocato Ugo Braila, l’ingegner Chiara Boschi, il dottor Luca Cavallini, il dottor Renzo Lupi, il dottor Piero Rosati, il professor Leonardo Tognotti, Veronica Pergola. L’elezione è avvenuta nei giorni scorsi durante l’assemblea dei soci convocata per la designazione della nuova governance. Nuovi vertici erano stati sollecitati da più parti in questi mesi, perché Aquarno, appunto, ha un ruolo chiave nel distretto e perché l’inchiesta della Dda ha colpito in pieno il sistema depuratore. Infatti sotto la lente dell’antimafia è finito proprio l’inerte proveniente dall’impianto (ex Ecoespanso) del Consorzio Aquarno Spa che veniva ceduto – hanno ricostruito le indagini – alla ditta Lerose di Pontedera per ricavarne materiale riciclato mescolandolo con altri rifiuti da costruzione e demolizione. Lo scopo era ottenere aggregati per sottofondi stradali.

Il tutto nonostante, il "Keu", appunto, secondo quanto emerso, fosse un materiale non inerte e non ne fosse consentita tale modalità di recupero perché avrebbe potuto rilasciare nel suolo e nelle acque solfati, cloruro e cromo. Tant’è che sarebbe finito a tonnellate in vari siti della provincia di Pisa oltre che sotto la strada regionale 429. Inchiesta ancora in pieno svolgimento con 19 indagati, compresi ex vertici dell’Associazione Conciatori ed ex vertici di Aquarno.

Carlo Baroni