LUIGI CAROPPO
Politica

"Ciao Lega, è fallita la maturità. Il centrodestra cresce tra la gente"

La consigliera regionale Elisa Tozzi di "Toscana Domani" spiega la sua svolta. E dice: "Giani, troppi annunci"

Elisa Tozzi

Firenze, 24 marzo 2022 - Vuota il sacco e guarda avanti. Ciaone Lega, meglio essere coerenti con se stessi, fa capire Elisa Tozzi, consigliera regionale, ora di Toscana Domani, eletta nel settembre 2020 con 3500 preferenze per la Lega di Salvini. Il percorso politico è iniziato nel 2008 come coordinatrice Pdl a Reggello poi consigliera comunale dal 2012 al 2020 in liste civiche «alternative al centrosinistra».  

Consigliera regionale Elisa Tozzi perché ha lasciato la Lega? "La prova di maturità della Lega è fallita. Se si sceglie di entrare nel governo, si sceglie un percorso preciso: responsabilità, competenza, alto livello di contenuti e interlocuzioni. E invece in Lega le necessità di cambiamento non sono state colte, anzi: si è resistito e si è messo i piedi in troppe staffe, con evidenti contraddizioni. Il primo partito della coalizione aveva il dovere di farsi precursore e organizzatore di un nuovo laboratorio politico interno al centrodestra, di aggregare le forze moderate e riformiste alternative al Pd, gli orfani del Pdl, i centristi. E invece non si è colta o non si è voluta cogliere, forse per erronei tatticismi elettorali, la fondamentale questione della collocazione politica. Quanto ai toscani, specie quelli che guardano alla Lega del nord, che governa le Regioni, è innegabile che si aspettassero qualcosa in più di qualche battaglia di retroguardia".   Agli elettori che l'avevano votata in quanto leghista che dice? "Che vengo da 12 anni ininterrotti di politica sul territorio. Ho iniziato 14 anni fa, nel 2008, come coordinatore Pdl a Reggello, il mio paese. Ho proseguito con un’esperienza consiliare comunale dal 2012 al 2020, in liste civiche sempre alternative al centrosinistra. La domanda che si dovrebbero porre gli elettori leghisti è se è Elisa Tozzi ad aver abdicato a certi princìpi e tradito certe aspettative oppure la Lega. Credo che molti, oggi, anche alla luce di ciò che sta accadendo nel panorama nazionale e internazionale, possano comprendere la mia scelta. Ritengo molto più onesto prendere atto di non riconoscersi più in un progetto politico incapace di comprendere le istanze territoriali vere, piuttosto che ingannare tutti. Io una professione ce l’ho: a me interessa lavorare nelle istituzioni per esprimere scelte politiche che siano realmente efficaci per cittadini e imprese, anche a prescindere dai partiti, anche andando controcorrente. Per me parlano oltre 3.500 preferenze personali, frutto del lavoro sul territorio. E a differenza del mio ex partito, cui ho dato la possibilità di crescere sul mio territorio, io ringrazio la Lega per avermi dato l’opportunità di entrare in consiglio regionale e fare politica mettendo al centro il territorio, il che sarebbe esattamente lo scopo primario del movimento leghista". Donne e politica, il percorso è sempre accidentato. Perché "Perché ancor oggi permane un forte pregiudizio generale, secondo cui sono gli uomini a ‘spingere’ le donne. Ci tocca dimostrare ogni volta che se siamo dove siamo, è per meriti e capacità personali. Non è questione di quote rosa ma di merito. Penso a tante ragazze che di fronte a un patto generazionale tradito, dovranno non solo faticare per trovare un lavoro ma anche per affermarsi, proprio in quanto donne, fuori dagli stereotipi citati". Toscana Domani che gruppo è? Dove si colloca? Che futuro può avere? "Toscana Domani è una storia che parte dai territori e una certa idea di Toscana alternativa a quella del centrosinistra. E’ l’idea di un centrodestra che non si pone in contrapposizione ideologica ma come alternativa seria e credibile all’attuale governo regionale.  Che intende seguire la bussola dei buoni amministratori locali e non delle battaglie ideologiche di retroguardia, dando risposte incisive alle richieste dei cittadini. Buona amministrazione e spirito riformista sono i concetti cardine. Toscana Domani intende intercettare il desiderio di aggregarsi per porre le basi di un nuovo laboratorio politico riformista di centrodestra. E’ l’approdo per chi invoca uno sguardo realistico sull’economia e un’attenzione alla realtà per ciò che è e intende tradurre entrambi in una programmazione realmente funzionale allo sviluppo economico e sociale della nostra regione, consapevole che questo si plasma sulle dinamiche storiche e non sui desiderata ideologici. Le parole d’ordine sono rinnovamento, capacità e competenza, pragmatismo, coraggio di fare scelte anche impopolari. E di iniziare un percorso per fare rete, massa critica ed elaborare una nuova fase politica e amministrativa. Siamo riformisti di destra che intendono riportare concretamente l'attenzione anche sui temi dell’equità sociale e della garanzia occupazionale". Lei è ben radicata sul territorio: poche chiacchiere e fatti concreti. La politica che lei vive tutti i giorni in consiglio regionale risolve e incide? "Questo consiglio regionale purtroppo sconta una evidente carenza di attività legislativa, in parte attribuibile al difficile periodo che stiamo vivendo. I consiglieri tendono quindi a subire molto l’iniziativa della Giunta che però, spesso, non è un’iniziativa organica, né strategica, né programmatica. In generale direi che la politica consiliare attualmente incide e risolve poco. Il richiamo alla necessità di un maggior attivismo non è dunque peregrino. Come legislatori regionali dobbiamo incidere molto di più sulla quotidianità delle comunità, in concertazione costante con gli enti territoriali che fanno fare le buone leggi".  

Tre urgenze da affrontare per la Toscana. "Primo, serve un piano Marshall per l’economia. Una grande opera di programmazione strategica al passo coi tempi, in grado di fornire una cornice generale che abbia a corollario la massima semplificazione normativa possibile (seconda urgenza) e contenga tre direttrici fondamentali: sviluppo produttivo, occupazione, istruzione. Poche norme chiare ed efficaci su infrastrutture, sanità, energia, edilizia scolastica per diventare una regione davvero competitiva e attrarre investimenti, anziché continuare ad aumentare la pressione fiscale deprimendo ulteriormente il ceto medio. Terza urgenza: serve un patto generazionale. Ci sono differenze troppo profonde tra fasce d’età, a detrimento dei più giovani. Bisogna intervenire, non con le mancette e i bonus ma formando i ragazzi in funzione del mondo del lavoro. Dico di più: il nuovo piano di sviluppo regionale – che ad oggi ancora non c’è – dovrebbe proprio partire dalle giovani generazioni, metterle al centro della programmazione del futuro della Toscana. Perché il futuro della Toscana sono loro. Sarebbe rivoluzionario e lapalissiano allo stesso tempo".   Se fosse un assessore di cosa si vorrebbe occupare? "Di rapporti con gli enti locali, assessorato che non esiste. Perché sono i Comuni e gli enti territoriali a dover tornare al centro della programmazione. Si dice spesso come i Comuni siano gli ‘enti di prima istanza’: è vero, sono il primo baluardo dei cittadini. E i sindaci sono fondamentali. Oggi, su questo fronte, non c'è invece un vero coordinamento regione-enti locali, anche perché l'ente intermedio, la tanto vituperata provincia, è stata fortemente ridimensionata nel suo ruolo. Basta guardare alle difficoltà dei Comuni alle prese coi bandi del Pnnr, per comprendere quanto sia importante non lasciare soli, privi di coordinamento, i Comuni. La sola strategia sulle aree interne non basterà né basta il sostegno ai piccoli Comuni: serve maggior concertazione e servirebbe anche rivedere e potenziare le Unioni dei Comuni. Di certo, non ci si può dimenticare dei Comuni di medie dimensioni che, al pari del ceto medio, richiederebbero ben altre attenzioni". Che voto dà alla giunta Giani? "E’ una consiliatura oggettivamente particolare, nata con la pandemia e proseguita con una guerra in Europa e tutte le crisi conseguenti. Tutto questo, va detto per onestà intellettuale, condiziona. Al netto di ciò, l’appunto che mi sento di fare al Presidente è questo: non guasterebbe un taglio alla ‘politica degli annunci’ che non fanno bene a nessuno e spesso poi si scontrano con la realtà. Un anno fa Fidi Toscana doveva diventare una società in house, ipotesi che ora pare accantonata. Meno di un anno fa sembrava sul punto di nascere Toscana Strade spa, non sappiamo dove sia finita. Ecco, più accortezza nel distinguere possibile, plausibile, probabile, certo. Giani si cali di più nei panni dell'amministratore che in quelli del rappresentante, sul modello dei sindaci. Ecco, io vorrei un Giani ‘sindaco della Toscana’ più che presidente, inteso cioè come ruolo di rappresentanza che non consente scelte di coraggio e limita molto la possibilità di confronto, soprattutto in sede consiliare. Nei momenti storici più difficili, il confronto è essenziale ed è segno di lungimiranza". E al presidente del consiglio regionale Mazzeo? "Al presidente Mazzeo riconosco lo sforzo di cercare sempre e trovare spesso l’equilibrio tra le posizioni, compito certo non facile. L’invito che gli faccio è quello di rendersi ancor più ‘garante del Consiglio’ di fronte alla Giunta, specie sulle tempistiche relative all’esame dei procedimenti e degli atti. Solo così il Consiglio potrà svolgere il suo pieno mandato legislativo. Abbiamo una sfida importante da vincere: la modifica al regolamento e allo statuto. In questo senso, auspico che la commissione da me fortemente richiesta - e appoggiata dalla anche dalla maggioranza - prenda il via in tempi rapidi".