LUIGI CAROPPO
Politica

Le dinamiche del Pd. Giani guarda al 2030. Voto rebus in Regione: può slittare di un anno

Il governatore conferma al gruppo consiliare dem "Io non mi muovo da qui". E punta al mandato bis. Antonio Floridia, analista politico: "Dem, svolta possibile"

Antonio Floridia

Firenze, 3 agosto 2023 - Lo ha ribadito anche ieri alla riunione del gruppo consiliare toscano del Pd: "Io resto qui, lavoro per la Toscana e guardo in prospettiva". E "non solo al 2025" (anno in cui si dovrebbe tornare al voto per l’amministrazione regionale). Il presidente toscano Eugenio Giani non mostra titubanze: agenda fitta di appuntamenti, obiettivi da raggiungere nella seconda metà del mandato con lo sguardo proiettato al 2030. Il governatore non tentenna: vuol restare a Palazzo Sacrati Strozzi. Glielo chiedono in primis i sindaci del centrosinistra della Toscana ("L’altro giorno in Garfagnana mi hanno detto ’Oh Eugenio non fare scherzi...’", racconta prima di salire in auto per andare a premiare con il Pegaso Gianni Morandi a Mont’Alfonso). Nessuna ipotesi di passaggio a Palazzo Vecchio, niente dimissioni. Anche perché se Giani lasciasse la Regione per candidarsi a sindaco a Firenze (elezioni giugno 2024), si tornerebbe a votare (la scadenza naturale è il settembre 2025). Entro sessanta giorni dalle dimissioni da presidente. Sul voto regionale c’è anche l’incognita rinvio, ma in questo caso dovrebbe essere una norma nazionale a portare Toscana con Campania, Marche, Liguria, Veneto, Valle d’Aosta e Puglia a votare nel 2026. Unica certezza il voto del 2024 per le Comunali.

"Vanno alle urne i cittadini di 181 Comuni - spiega Antonio Floridia, responsabile dell’Osservatorio elettorale della Toscana - 33 i Comuni sopra i 15mila abitanti, di cui 29 amministrati dal centrosinistra e 4 dal centrodestra". 

Dal 2005 dirige l’Ufficio e l’Osservatorio elettorale e il settore Politiche per la partecipazione della Regione Toscana. È professore associato di Scienza della Politica e ha avuto incarichi alla Cesare Alfieri, la scuola top di Scienze Politiche dell’Università di Firenze. Dal 2014 al 2017 è stato presidente della Società Italiana di Studi Elettorali. Tra un mese Antonio Floridia, il super esperto della Regione Toscana per le analisi politiche dei voti e flussi elettorali, lascia la sua stanza e va in pensione. Resterà la sua passione politica per numeri e idee che continuerà a coltivare. A partire dai riflettori puntati sul Pd che dal 2007 anno della nascita ha vissuto una costante caduta dei propri consensi elettorali. Dai 12 milioni di voti del 2008 ai 5 milioni e 300mila delle elezioni del 25 settembre 2022, ricorda e sulle dinamiche del centrosinistra.

Antonio Floridia, nel suo ultimo libro poneva l’interrogativo sul Pd partito da rifare. Poi è arrivato il ciclone Schlein. E ora quel dubbio rimane o è cancellato?

"Era un dubbio esistenziale. Ora metterei un punto per esprimere la chance che ha portato Schlein alla prospettiva dem: si può rifare".

Schlein è stata scelta più da elettori che da iscritti. Non è una debolezza?

"Non credo, chi l’ha scelta alle primarie aperte sono per la maggior parte elettori o ex elettori dem. Il segnale che hanno dato è chiaro: voglia di rinnovamento".

Ora deve fare i conti però con correnti, capibastone, caminetti.

"È qui la svolta vera che bisogna mettere in campo: trasformare il correntismo che paralizza il partito in una vera forma di pluralismo politico-culturale che arricchisca il dibattito nel partito. Occorre rimettere mano allo Statuto e al modello di democrazia interna".

Il prossimo anno si vota in oltre 180 Comuni toscani. Primarie sì o no?

"Se il Pd trova il candidato che ritiene migliore non ce n’è bisogno. Prima è necessario delimitare il campo delle alleanze in base al programma comune, poi i nomi".

Toscana contesa. Anche Firenze e Prato?

"Non esistono più roccaforti. La partita si gioca su programmi praticabili e condivisi su candidati credibili".

Per il centrosinistra dipenderà anche da cosa farà Renzi.

"Sì, Renzi in Toscana può pesare molto. Ma non è facile da collocare in un sistema di alleanze ampie, di cui il Pd ha comunque bisogno".

Il centrodestra in Toscana come sta? Rispetto al 2020 si sono ribaltati i posti di vertice. Ora guida Fratelli d’Italia.

"Alle ultime Politiche del 2022 in Toscana il centrodestra ha ottenuto il 38,6 per cento e il centrosinistra il 34,6 per cento. Fratelli d’Italia è il partito guida nella coalizione come nel 2020 lo era la Lega. Il valore che si sta affermando nel centrodestra è la capacità di mettere in campo un ceto dirigente preparato".

Il civismo, lanciato nel centrosinistra, sarà elemento significativo?

"Sì, se il candidato civico lo è davvero, inciderà meno se siamo di fronte ad un civismo mascherato".