
Alessandro Capecchi
Firenze, 27 maggio 2021 - "Sono riuscito ad avere i documenti richiesti con l’accesso agli atti, anche se solo dopo la seduta del Consiglio, e sono rimasto sbalordito". Il consigliere regionale e vicepresidente della commissione Ambiente Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia) ha ricevuto ieri, fra le varie carte, la memoria difensiva presentata dalla Regione al Tar, nel ricorso del Consorzio Cuoio Depur che chiedeva appunto di poter applicare l’emendamento Pieroni.
Cosa l’ha stupita? "Nel documento il legale della Regione è chiarissimo. Scrive nero su bianco, a proposito dell’emendamento che ‘appare di tutta evidenza che sia conseguenza di un maldestro tentativo lobbistico di superare la problematica dell’applicazione dell’Aia’. Più chiaro di così. Questo si aggiunge alle dichiarazioni fatte negli ultimi giorni alla stampa dall’ex presidente della Regione Enrico Rossi, che sostiene di aver avvisato il Pd della situazione, di aver detto di non andare avanti con l’emendamento". Cosa succederà adesso che l’emendamento è stato cancellato? "Il problema resta. Abbiamo ottenuto parziali risposte grazie ai vari accessi agli atti, ma non si può dire che la vicenda sia risolta. L’ex governatore Enrico Rossi sull’istruttoria di proposta di legge del 2018 per modificare l’articolo 13 della legge sulla gestione degli impianti di depurazione industriale parla di atto tecnico degli uffici. Ma gli uffici hanno agito su richiesta dello stesso Rossi e su un tema sul quale, già nel 2017, Arpat aveva dato indirizzi tecnici rigorosi". La vecchia giunta dice di aver aumentato i controlli sui depuratori. "Non è così. È stata Arpat ad aver stabilito che gli scarichi di Aquarno fossero insostenibili dal punto di vista ambientale secondo la normativa nazionale. Sulla base del decreto 152 del 2006 fu Arpat a imporre ad Aquarno di ottenere l’Aia anziché la semplice Aua. Le parole dell’ex governatore sono smentite dai fatti: per 4 anni la Regione ha continuato a concedere proroghe ad Aquarno, quando in realtà la Via era prevista dal 2010. Anche se la competenza era della Provincia fino al 2015 la Regione avrebbe dovuto controllare". Cosa farete adesso? "L’emendamento della vergogna è stato cancellato ma il lavoro della commissione d’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose e i rapporti di potere in Toscana è appena iniziato e ci auguriamo di fare chiarezza sulla vicenda".